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Regioni ed Enti Locali

UIL Agrigento: “Sul ponte Morandi finora troppe dichiarazioni e polemiche”

La segreteria provinciale della Uil di Agrigento sulla vicenda Ponte Morandi o viadotto Akragas I prende, ancora una volta, posizione alla luce di un dibattito sull’abbattimento o meno della struttura che sta solo confondendo i cittadini, anche dopo le dichiarazioni dell’Assessore regionale ai beni culturali.

“Purtroppo dobbiamo constatare,come al solito, che ad Agrigento e in provincia sulla drammatica situazione viaria, costellata quest’estate da un numero spaventoso di vittime da incidenti stradali, anche per oggettivi rischi delle nostre strade, si è diffuso un eterno dibattito sul ponte Morandi di Agrigento.
Fermo restando che le condizioni di sicurezza e di incolumità sono prioritarie su tutto, sulla vicenda Ponte assistiamo a troppe dichiarazioni e finora a poco sostanza. Una decisione, questa, di abbattere o non abbattere il ponte che, comunque, inciderà sul territorio, sui cittadini e soprattutto sulla nostra economia e sui normali collegamenti, che oggi sono allo stremo e presentano criticità evidentissime.
Noi ci chiediamo, invece, di creare un clima tra guelfi e ghibellini; devono essere i tecnici dell’Anas e tutti i tecnici coinvolti a redigere finalmente un piano dei costi e benefici sulla messa in sicurezza del Ponte.
E’ inutile fare ricostruzioni storiche o prese di posizione senza supporti tecnici, noi ancora una volta ci interroghiamo sui 30 milioni di euro che dovrebbero andare a gara a novembre, e non vorremmo che alla fine della fiera questo finanziamento dovesse perdersi. E, comunque, la decisione tecnica non può ancora tardare e qualora si dovesse puntare a una soluzione b (come la costruzione di strade a raso), i tempi, i progetti e la realizzazione devono essere pronti, perchè questo territorio, con tutte le difficoltà del caso (altre strade statali come la 115 e la 189 sono ancora in netto ritardo) non può subire l’ennesima presa in giro.
La Uil sollecita i tecnici a trovare le soluzioni, perché finora la politica e i politici hanno parlato da tecnici; la politica, dopo i pareri definitivi dei tecnici, deve incalzare e sollecitare a trovare le soluzioni. Purtroppo oggi in Italia è diffusa l’inversione dei ruoli: i politici fungono da tecnici e i tecnici in molte situazioni prendono tempi biblici per prendersi le responsabilità e trovare le soluzioni. In tutto ciò i territori e i cittadini restano penalizzati e subiscono chiusure e ordinanze di strade che non hanno un seguito.”

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