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Nuove tecnologie

Youtube: Modificate le regole pubblicitarie della piattaforma video

Google ha annunciato un cambiamento importante nelle regole pubblicitarie della piattaforma video YouTube, creando una discussione tra i creatori di contenuti. Dai nuovi termini e condizioni si legge che il colosso di Mountain View abbia introdotto la possibilità di mostrare annunci anche sui video di canali non iscritti al programma pubblicitario.

Questo è un cambiamento importante che potrebbe compromettere l’utilizzo della piattaforma sia per intrattenimento che per ottenere dei profitti. Ora che gli annunci possono essere mostrati senza condividere i guadagni con nessuno, Google ha creato un precedente importante che potrebbe portare molti utenti a dirigersi verso altri servizi, come il sempre più imponente competitor Facebook Watch.

Come vengono mostrate le pubblicità su YouTube?

Prima della modifica dei termini e condizioni, le pubblicità su YouTube seguivano una procedura standard, correlata all’iscrizione dei canali al programma di affiliazione. Per iscriversi sono previste delle regole ben precise:

  • Almeno 1.000 followers e 4.000 ore di visualizzazioni di video. Google puntava a pubblicizzare solo nei canali che avevano un certo peso mediatico, motivo per cui autorizzava l’affiliazione solo a chi soddisfava i parametri indicati sopra. Ora la questione cambia, con Google che pubblicizzerà anche sui canali minori, ma senza condividere i compensi.

  • Creazione di contenuti che seguono le linee guida. Google presenta numerose regole particolari sui contenuti monetizzabili su YouTube. Ad esempio, i video che parlano di casino online subiscono delle procedure di verifica ulteriori prima di essere “monetizzati”, per verificare che la piattaforma sia autorizzata da Google.

Cosa succederà ai canali minori ora?

Il fatto di poter pubblicizzare senza condividere i profitti è una novità importante che potrebbe portare il colosso a monopolizzare ancora di più il mercato. Negli anni, Google ha subito pesanti accuse per le proprie politiche di monopolizzazione, comprese delle azioni legali dell’antitrust.

Proprio in questo momento, Google si trova ad affrontare l’antitrust statunitense e quella britannica per delle accuse di comportamento sleale rispetto alla concorrenza, indicando come qualsiasi azienda che voglia raggiungere il web sia costretta ad accettare i servizi di tracciamento e monitoraggio di Big G, senza altre soluzioni.

Nonostante ciò, la piattaforma pare continuare con la sua linea pensata per massimizzare i profitti e la portata sul web, intaccando, in questo caso, i canali minori. Chiunque voglia avere un canale amatoriale, anche solo per condividere i video con i propri amici, dovrà sopportare le pubblicità, senza avere controllo su di esse e senza guadagnare.

Certamente, questa operazione è volta a incentivare le persone a sottoscrivere un abbonamento a YouTube per non vedere pubblicità, tuttavia rischia di limitare il numero di contenuti caricato sulla piattaforma, soprattutto a livello amatoriale. 

Anche i canali più grandi iniziano a preoccuparsi delle soluzioni che Google adotterà in futuro. Dato che ora la pubblicità non deve essere necessariamente correlata ad un’affiliazione, Big G potrebbe anche sollevare i limiti minimi di iscrizione, bloccando numerosi YouTuber dall’avviare o continuare una carriera digitale. Non resta che aspettare per comprendere i risvolti e le conseguenza di questa situazione spiacevolmente nuova.

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