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Cultura

Chiesa di Santa Rosalia: una petizione per ricostruire il gioiello barocco di Agrigento

Un gioiello barocco perso nel nulla. Si tratta del prospetto della Chiesa di Santa Rosalia di Agrigento. Una storia che sembra avere i contorni di un giallo, quella che riguarda il destino di un’opera d’arte persa per sempre (o forse no!) a metà del ‘900.

Il suddetto prospetto, “smontato” e catalogato pezzo per pezzo da Anselmo Prado. padre del professor Alfredo direttore dell’Accademia di Belle Arti, sarebbe stato depositato in spazi appartenenti alla curia. Dopo il restauro però, la Chiesa non tornò più come prima. Una battaglia quella della sua ricostruzione portata avanti dallo stesso Alfredo Prado e caldeggiata adesso dal critico d’arte e professore universitario Paolo Giansiracusa, che lancia a sua volta una petizione:

Quando l’istituto religioso fu trasformato nell’attuale Hotel Dioscuri -dice  Giansiracusa -, i conci furono trasferiti nel giardino della Chiesa delle Suore Francescane dove ancora oggi dovrebbero trovarsi. La facciata della Chiesa di Santa Rosalia fu ristrutturata e consolidata con un paramento in cotto previsto come parete d’aggancio dei conci settecenteschi. D’allora ad oggi l’opera di ricostruzione, sebbene prevista, non è mai stata compiuta, determinando – continua Giansiracusa – sulla linea continua del centro storico di Agrigento una ferita dall’aspetto inaccettabile. Il rifacimento sarebbe in linea con le indicazioni della carta del restauro ma necessita dell’impegno e della determinazione della Soprintendenza ai Beni culturali, dell’amministrazione comunale, della Curia arcivescovile e dell’ufficio del Genio civile di Agrigento. Enti che, attraverso la seguente petizione (della quale vi chiedo la condivisione), esortiamo ad affrontare e risolvere, con un progetto mirato, la ricostruzione”.

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