fbpx
Apertura Regioni ed Enti Locali

Agrigento, riapre la Cattedrale “San Gerlando”. Panzeca: “ecco le cause del dissesto strutturale”

C’è grande attesa per la riapertura della Cattedrale di Agrigento. Manca poco al 22 febbraio, giorno in cui finalmente riaprirà le porte dopo i lavori che, su incarico dell’Arcidiocesi di Agrigento, sono stati condotti dal prof. Teotista Panzeca.

Chiusa al culto dal 25 febbraio 2011, dopo otto anni la Cattedrale “San Gerlando”, simbolo del cuore pulsante di Agrigento, tornerà ad aprire le porte per essere ammirata in tutta la sua bellezza.

In un articolo riportato sul giornale “L’Amico del Popolo”, don Carmelo Petrone ha intervistato il progettista dell’intervento di messa in sicurezza della struttura, il prof. Panzeca che ha parlato dei due principali effetti del dissesto strutturale del Duomo: “una rotazione orizzontale oraria (vista dall’alto) di una parte del muro lato nord rispetto al fulcro posizionato in corrispondenza della Cappella del Redentore con un consistente distacco (frattura verticale) di una parte della parete dell’ingresso principale; una frattura che si sviluppa lungo la navata nord in direzione pressoché parallela alla parete”. “Le cause – sempre secondo quanto riportato dal professore all’Amico del Popolo – sono da imputare al posizionamento della parete nord in corrispondenza del margine della scarpata e all’eccessivo carico che grava, a diverso titolo, spesso inappropriato, sulla base fondale della parete. Vi sono anche altre concause, determinanti per la attivazione dei fenomeni in atto, riportate nelle relazioni allegate al progetto. In una condizione di instabilità permanente bisognava ridurre o eliminare le cause del dissesto: 1. Intervenendo sulla fabbrica; 2. Intervenendo sul versante”.

Gli interventi attuati hanno così permesso di rendere sicura la struttura in attesa dei successivi interventi sul versante.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.