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Agrigento, Ipogei: insediato il tavolo tecnico, pronto il cronoprogramma degli interventi

Questa mattina, nella sede del Genio Civile di Agrigento, guidato dall’architetto Rino La Mendola, si è insediato il tavolo tecnico interdipartimentale per mettere in rete le conoscenze e le risorse in capo ai soggetti che partecipano al tavolo e, quindi, promuovere la messa in sicurezza della rete ipogeica e delle costruzioni sovrastanti.

“Oggi si è insediato il tavolo interdipartimentale sugli ipogei con l’obiettivo di mettere in rete le conoscenze, le competenze e le risorse che fanno capo a ciascuno dei soggetti partecipanti allo stesso tavolo – afferma l’architetto Rino La Mendola, capo del Genio Civile di Agrigento – Il fine è di studiare e mettere in sicurezza la rete ipogeica che attraversa il sottosuolo della città. Durante l’incontro abbiamo condiviso un cronoprogramma che prevede una prima fase, durante la quale censiremo e riporteremo su carta georeferenziata tutti gli imbocchi degli ipogei completando così un lavoro già avviato nel 2010 e poi interrotto per carenza di fondi. Dopo questa fase, quindi entro il 31 luglio, avvieremo i lavori per rilevare le condizioni di stabilità della parte della rete ipogeica oggi ispezionabile che prevediamo di ultimare entro la fine dell’anno e, contestualmente, entro la stessa data, contiamo di chiudere anche le attività di ispezione del sottosuolo, avviate con il Comune, per individuare eventuali ulteriori cavità sotterranee non conosciute o, quanto meno, non georeferenziate. Al termine di questa fase, comincerà l’attività operativa di redazione dei progetti e individuazione dei canali per accedere ai finanziamenti. Fase che prevediamo di cominciare entro il primo trimestre 2020 e, per quella data, avranno inizio i progetti per la messa in sicurezza, per la valorizzazione e il recupero degli ipogei che attraversano il sottosuolo agrigentino”.

Informazioni sugli ipogei:
Gli ipogei agrigentini sono dei cunicoli sotto l’antica Akragas, scavati, secondo Diodoro Siculo, dagli schiavi cartaginesi catturati dagli Acragantini dopo la battaglia di Imera del 480 A.C., per raccogliere le acque piovane filtrate in profondità e creare, quindi, una rete idrica sotterranea che potesse soddisfare le necessità della città. Nel tempo, tali ipogei, il cui sviluppo altimetricamente segue il contatto tra il letto delle calcareniti superficiali e il tetto della prima intercalazione argillosa, hanno assunto la funzione di raccogliere le acque meteoriche filtrate in profondità (acque sotterranee) convogliandole verso valle.
Ciò, di fatto, riduceva notevolmente la quantità di acqua che permeava in profondità sino a raggiungere le argille di base, minimizzando i fenomeni di plasticizzazione di suddette argille e scongiurando, conseguentemente, i rischi di scivolamento a valle del superiore banco di calcarenite su cui sorge il centro storico. Gran parte di suddetti ipogei sono stati, purtroppo, manomessi e addirittura interrotti negli anni ‘60, durante la costruzione di una serie di palazzine ai margini del centro storico. A causa di ciò, oggi la rete idrografica sotterranea non solo non riesce a drenare le acque meteoriche filtrate nelle calcareniti verso valle, ma determinano ulteriori rischi per il progressivo crollo delle volte degli stessi cunicoli che si avvicinano sempre più alla superficie, con il rischio di procurare il cedimento dei terreni di fondazione degli edifici sovrastanti.
Oggi è certamente difficile, se non impossibile, il ripristino della rete di drenaggio sotterranea, che sarebbe indispensabile per alleggerire il versante su cui sorge gran parte della città antica, ma è ancora possibile il consolidamento dei tratti della rete ipogeica, che manifestano segni di instabilità, rischiando di compromettere la stabilità delle costruzioni soprastanti, così come è possibile aprire alcuni tratti della rete sotterranea ai turisti.
Per questo motivo, l’Ufficio del Genio Civile ha proposto al dipartimento Tecnico la riattivazione del tavolo, che si è insediato oggi, giovedì 16 maggio 2019.

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