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“A cena con Firriato”: Il cibo ed il vino sono come i viaggi. Non puoi mai rinunciarci.

Perché quando facciamo un’esperienza che ci entusiasma, non vediamo l’ora di condividerla? L’entusiasmo quando si contagia si amplifica. È così che nasce l’idea dell’evento “A cena con Firriato”.
Il cibo ed il vino sono come i viaggi. Non puoi mai rinunciarci.
Perché solo viaggiando puoi imparare cose che altrimenti resterebbero ignote e solamente assaggiando e degustando puoi scoprire gusti e profumi. Siamo stati al Ruga Reali, un ristorante rinomato nel centro storico di Agrigento venerdì scorso.
A guidare la serata sono rispettivamente il responsabile delle vendite Dino Bartolomeo e il brand ambassador Antonino Ruggirello di Firriato, rappresentanti della visione aziendale e grandi conoscitori dei vini presentati, insieme a Totò Collura, sommelier appassionato e responsabile di sala per questo evento. Sono loro ad accoglierci con competenza, cortesia e calore. I sorrisi sono spontanei, l’empatia è immediata. Da subito ci danno l’opportunità di comprendere cosa avvenga in un luogo magico. Da una parte la vigna, dall’altra la cucina.
E così dopo il dessert Antonino Nasser toglie la camicia da chef ed entra in sala. È evidentemente innamorato del proprio lavoro e con la luce negli occhi di chi si sente coinvolto afferma: “oggi è difficile fare le cose semplici!” Frase che racchiude tutta la sua filosofia sul cibo.
Insieme ai commensali sorseggia il Favinia Passulè, unico Passito di Favignana prodotto con uve di zibibbo i cui grappoli vengono distesi al sole per un lento appassimento sui graticci ed aggiunge: “Lavoriamo con prodotti freschi, stagionali e di qualità e siamo guidati da un profondo rispetto per le materie prime. La nostra idea: rispetto della cultura, territorio, rispetto della storia, e delle tradizioni senza stravolgerle! Con un obiettivo unico e speciale: racchiudere il gusto della cucina italiana in un piatto.”
Un viaggio emozionale attraverso i terroir autentici di Firriato, da Favignana all’Etna passando per le colline dell’agro trapanese, vini unici ottenuti attraverso un processo di vinificazione in cui minimo è l’intervento umano, perché quel che deve restare è la natura e il carattere sfaccettato dei terroir, dei suoli e dei vitigni!
“I nostri vini sono pensati in vigna, tutto nasce nella terra, a noi resta lo studio delle diversità e della mineralità dei terreni, la ricerca dell’equilibrio naturale, delle condizioni uniche e degli antichi saperi”, affermano gli ambasciatori di Firriato.
Il tempo è volato, sarà perché l’atmosfera somigliava a quella di una degustazione, ma soprattutto ad una cena tra amici, dove i commensali si muovono come attori di teatro: camminano, gesticolano, si raccontano e pongono domande sulle coltivazioni, sui metodi e sulle terminologie. Sembrava di essere ad una festa natalizia dove le voci si sovrappongono, le risate si accavallano, piovono pacche sulle spalle, i sorrisi si fanno sempre più larghi e le bocche non fanno che assaporare, deglutire e ricominciare.
Gli abbracci con i quali ci congediamo sono il nostro modo di suggellare la condivisione che racchiude l’anima del ristorante “Ruga Reali osteria del teatro” nelle cinque portate, lo “stile” del mondo Firriato nei calici di vino. Ora sì che abbiamo veramente concluso un’altra interessante esperienza di gusto.

A cura della agenzia di comunicazione ed eventi EC della dottoressa Elisa Carlisi,
Manager culturale dell’evento “A cena con Firriato”

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