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Politica

Acqua pubblica, Spataro (Upc): “la riforma un bluff”

pasqale spataro“Sedute senza senso, all’insegna delle passerelle e soldi buttati al vento. Adesso le mie parole trovano concreto riscontro”.

Previsioni pienamente azzeccate quelle del consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città”, Pasquale Spataro (in foto), dopo la bandiera bianca sventolata dal governo Crocetta che ha deciso di arrendersi, di non opporsi, di fronte alla Corte Costituzionale, all’impugnativa dello Stato alla legge di riforma del sistema idrico, approvata all’Ars la scorsa estate. “Non bisognava essere certamente luminari della materia – spiega Spataro – per capire che quel testo, così come uscito da sala d’Ercole, non avrebbe avuto vita lunga. Numerose disposizioni contrastavano, infatti, con le norme statali, sotto il profilo economico-sociale, in termini di tutela della concorrenza e dell’ambiente, spesso di derivazione comunitaria, eccedendo in tal modo dai limiti posti alle competenze regionali. Aula Sollano alla questione dedicò un paio di sedute, scandite da interventi, prese di posizione, proposte, correttivi e polemiche. Tutto perfettamente inutile: come ebbi a sottolineare allora, in versione solitaria, durante i lavori, evidenziando per filo e per segno quanto poi sollevato dal governo nazionale, ed oggi certificato formalmente dall’annuncio dell’esecutivo regionale di non volere appellarsi ai giudici ermellini. Risultato? Spreco di denaro pubblico, se si tiene conto che quasi tutti i consigli comunali furono chiamati ad esprimersi sulla base della riforma farsa, e tempo perduto invano dalle rispettive macchine burocratiche per imbastire l’iter amministrativo di una proposta di delibera inefficace ed illegittima. Le Istituzione politiche non possono permettersi passi falsi del genere: cioè di produrre, per essere chiari, consapevoli provvedimenti che violano la Costituzione, con l’aggravante di illudere l’opinione pubblica. La verità, prima o poi, viene a galla e smaschera ogni tentativo maldestro che scorre sui binari dell’inganno – osserva Spataro – e i titoli di coda, che stanno scorrendo su questa grottesca riforma, segnano il chiaro fallimento politico del Pd e del Movimento Cinque Stelle che, con orgoglio, si erano intestati questa battaglia in Assemblea Regionale Siciliana. La legge, approvata, presentava parecchie ombre, parecchie incongruenze e punti critici. E per la nostra città non avrebbe prodotto alcun beneficio economico. La pseudo riforma, su input di parlamentari decisi a fare gli interessi del proprio territorio, prevedeva infatti aggregazioni tra Comuni che dispongono di proprie fonti idriche, mentre quelli, come Agrigento, privi di questa risorsa, sarebbero stati tagliati fuori. Con il risultato che il costo dell’acqua, a prescindere dalla gestione scelta, sarebbe rimasto elevato. E allora auguriamoci che, al di là della opzione individuata per l’affidamento del servizio, la nuova legge, destinata a seguire i dettami provenienti da Roma in armonia con le disposizioni comunitarie, si muova attraverso dinamiche che vadano nell’interesse di tutti. E nel frattempo il Comune di Agrigento – conclude Spataro – faccia a pieno il proprio dovere: eserciti in modo costante e rigoroso il controllo sull’attività svolta da Girgenti Acque”.

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