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Agrigento, inaugurato il busto del giudice Rosario Livatino

Da oggi ad Agrigento potremo ammirare il sorriso del “Giudice Ragazzino”, il martire di mafia Rosario Livatino, nativo di Canicattì, freddato dalla stidda mentre nella sua automobile, senza scorta, si recava a lavoro, il 21 settembre del 1990.

“Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.

Questa una delle sue affermazioni più importanti, uno statement che ci ricorda l’importanza di affrontare le nostre vite con coerenza, coraggio e profonda umanità.

“Al giovane artista Salvatore Navarra, realizzatore del bronzo, ho espresso il mio estremo apprezzamento per il volto sorridente che ha voluto dare al suo Livatino – ha affermato il deputato Michele Sodano -, un volto foriero di quella gioiosa serenità propria di ogni cittadino consapevole di aver compiuto il proprio dovere e di aver agito, senza paura, per il bene comune.

A noi oggi il dovere di non abbassare mai la guardia, di seguire l’esempio dei cittadini più esemplari, i Giudici Falcone, Borsellino, Saetta e Livatino, a noi Italiani di oggi la responsabilità di combattere contro le atrocità che anche l’attuale classe politica sta commettendo.

Nel regime di restaurazione del Governo Draghi, le mafie stanno ottenendo vittorie dopo vittorie. Basti pensare che i pubblici ministeri Di Matteo e Gratteri, fari della lotta alla criminalità della nostra generazione, abbiano espresso enorme preoccupazione per la nuova riforma del processo penale che, con un’inedita leggerezza, tutti i partiti dell’arco Parlamentare hanno votato e approvato nell’assordante silenzio dei media.

Ci ispirino da lassù e ci proteggano gli eroi come Livatino, con coraggio e credibilità, andiamo avanti. È resistenza”.

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