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Casa in eredità: tutto quello che c’è da sapere

Al momento della morte dei genitori spesso si ereditano la casa di famiglia e i possedimenti del padre e della madre. Per sancire in maniera definitiva la proprietà di questa eredità è però necessario compiere alcuni adempimenti ed essere in regola con tutti i pagamenti.
C’è un iter specifico per l’eredità che prevede una serie di passaggi per stabilire l’effettiva proprietà e, in caso di presenza di più eredi, capire come effettuare il frazionamento dell’immobile per divisione ereditaria.
In questo articolo abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere quando si accetta una casa in eredità, con le indicazioni su cosa fare e quali sono i costi per completare il passaggio di proprietà.

 

Come funziona l’accettazione dell’eredità
Al decesso di un genitore o di una persona proprietaria di beni immobili, il primo passaggio da fare per i successori è l’accettazione dell’eredità presso gli uffici dei registri immobiliari competenti sul territorio. L’accettazione dell’eredità può avvenire in due modi:

  • espressa: quando l’erede o gli eredi vanno dal notaio e dichiarano con un atto di voler accettare l’eredità. La forma espressa è obbligatoria in caso di deposito di testamento;
  • tacita: l’accettazione in questo caso avviene mediante alcuni comportamenti che dimostrano la volontà di voler accettare l’eredità, come andare ad abitare nella casa ereditata, riscuotere eventuali canoni d’affitto, proporre un progetto di ristrutturazione. Per accettazione tacita si intende inoltre anche quella di chi prende possesso dei beni che ha ereditato e lo mantiene per almeno 3 mesi.

L’atto di accettazione dell’eredità è obbligatorio se si ha intenzione di vendere il bene, perché il notaio dovrà verificare la continuità delle trascrizioni dell’eredità.

Tasse di successione: quali sono
La successione è il capitolo più importante e anche quello più complesso quando si parla di eredità. La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio quando nella successione è incluso un bene immobile. È un documento che serve a ufficializzare, anche ai fini fiscali, il passaggio del bene all’erede, che in automatico è obbligato a liquidare anche le imposte. La dichiarazione di successione va effettuata entro 12 mesi dal decesso del proprietario e può essere inviata anche in maniera digitale all’Agenzia delle Entrate. La ricevuta dell’ente rappresenterà l’avvenuta successione. Per la successione è previsto il pagamento di alcune imposte che vengono calcolate in base al grado di parentela dell’erede con il defunto. Ci si chiede spesso come funzionano le tasse di successione, anche perché in Italia, rispetto ad altri paesi sono molto più vantaggiose.
Per patrimoni fino a un milione di euro la tassa di successione non è prevista. Se il patrimonio supera il milione di euro, l’aliquota è al 4% per il coniuge o parenti in linea retta (figli, nipoti, genitore) e del 6% per i parenti fino al quarto grado, gli affini in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al terzo grado.
Fratelli e sorelle del defunto sono soggetti all’imposta solo se l’eredità supera i 100 mila euro. L’aliquota sale all’8% solo se l’erede è un estraneo o un parente lontano.
All’imposta sulla successione, che si paga in pochissimi casi, vanno anche aggiunte l’imposta catastale, nella misura del 1% del valore dell’immobile e l’imposta ipotecaria, del  valore del 2% dell’immobile.
Entrambe le imposte sono dovute nella quota fissa di 200€ e, una volta effettuati questi pagamenti, viene in automatico trasmessa la comunicazione all’Agenzia delle Entrate per trasferire l’IMU, ove prevista.

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