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Regioni ed Enti Locali

CGIL, CISL e UIL: lettera aperta sull’Università di Agrigento

cgil cisl uilIn una lettera aperta intervengono le sigle sindacali di CGIL, CISL e UIL dopo le recenti novità circa il futuro dell’Università ad Agrigento, con la creazione di un centro interdipartimentale sui temi dell’immigrazione.

“La creazione di un “Centro interdipartimentale dell’Università di Palermo” – scrivono nella lettera Raso, Saia e Broccio – dedicato ai temi della migrazione e della sicurezza dell’area mediterranea, che faccia perno come sede su Agrigento è certamente un fatto importante, che salutiamo positivamente e che risponde agli impegni che il Ministro Alfano aveva assunto.

Tuttavia, che questo fatto costituisca l’”ancora di salvezza” per il CUPA che abbiamo cercato in questi mesi, questo ci sembra davvero eccessivo ed illusorio.

Non solo, ma occorre che – una volta per tutte – sulla “questione Università ad Agrigento” si dica tutta la verità, soprattutto sul versante del rapporto con l’Università di Palermo.

E non lo diciamo solo in riferimento al presunto debito (di cui si continua a parlare sui giornali di oggi come in una infinità telenovelas!) ma proprio sul rapporto strutturale che lega CUPA ad Università di Palermo.

Poiché, è di tutta evidenza, che se il CUPA è una sede “decentrata” dell’Università di Palermo non si comprenderebbe il senso della partecipazione onerosa da parte di Enti Territoriali “soci” del CUPA.

Ovvero se UNIPA intende Agrigento come una sua articolazione mal si comprende perché Regione, Comuni, Provincia ecc. devono contribuire cospicuamente al mantenimento di tale articolazione territoriale.
Noi avevamo capito altro.

Noi avevamo capito che Agrigento, forte dei suoi iscritti (che potrebbero anche crescere se solo di restituisse serenità di percorso e stabilità insieme ad un accrescimento di “appeal”) potesse stabilire con UNIPA (o con qualsivoglia Università Italiana ed Internazionale) un rapporto tale per cui, a costi accettabili, si potesse avere un pezzo di Università di qualità anche nella nostra terra, evitando gli enormi costi sociali derivanti da questo “turismo studentesco” che vede i figli della nostra provincia popolare le università del nord.

Noi pensavamo e pensiamo ad una Università che partisse dalle esigenze del territorio, che fosse funzionale al sistema imprenditoriale delle forze del territorio che fossero coinvolte democraticamente nel processo decisionale circa l’attivazione dei corsi e dell’attività dell’ Ente.

Noi pensavamo e pensiamo ad una Università di Agrigento, non ad una succursale di Palermo, con a capo una “vice Re” che, oggettivamente, tutela e difende gli interessi di Palermo e della sua Università.
Legittimamente, per carità, ma è davvero un’altra cosa, un altro modello!

Possibile che siamo Noi, solo Noi, ad aver capito male?

E’ troppo chiedere a Voi, Deputati Nazionali e Regionali, Sindaci del Territorio, Organizzazioni Imprenditoriali, Sociali e Culturali, Religiose della nostra terra (con in testa il Cardinale Montenegro che si tanto si è battuto) ; Studenti e Famiglie che siete anche scesi in piazza per “difendere il Polo Universitario di Agrigento”, che ne pensate di tutto questo?
Va bene cosi? Basta questo a “salvare il Polo”? Ci sta bene questo “modello”?
Attenderemo fiduciosi una Vostra risposta e riconfermiamo, sin d’ora, la nostra disponibilità ad ogni azione utile per ad Agrigento ci possa essere una offerta formativa universitaria stabile e di qualità”.

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