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Politica

Disagi della Polizia Municipale ad Agrigento: intervento di La Scala (M5S)

marcello la scalaI sindacati dei Corpi di Polizia municipale SILPOL e UILFLP di Agrigento hanno denunciato nei giorni scorsi una serie di fatti di rilevante gravità, che illustrano le condizioni di pesante disagio in cui vengono a trovarsi gli operatori di polizia urbana per alcune scelte delle amministrazioni del recente passato e dell’attuale che anche noi del Movimento Cinque Stelle condanniamo senz’altro.

Uno stato di disagio quello dei lavoratori della polizia municipale che inevitabilmente ha conseguenze gravi sulla sicurezza di noi cittadini e sulla qualità dei servizi che il corpo della polizia municipale è chiamato a garantire ad Agrigento.
Ci risulta che il Comando di Polizia urbana sia dotato di un ponte radio per le comunicazioni per il quale viene regolarmente pagato il canone annuale ( che pare ammonti a intorno a circa quattromila euro annui), ma le comunicazioni tra la centrale operativa e i vigili non si fanno grazie a ricetrasmittenti in dotazione al personale, ma si svolgono attraverso chiamate telefoniche, a cui i vigili rispondono con il proprio telefonino e quindi persino a proprie spese. Il Comune da parte sua deve pagare il relativo canone telefonico, mentre risparmierebbe notevolmente se usasse solo il ponte radio anche per interagire, in caso di interventi di pubblica utilità, con il Nucleo di protezione civile che fa capo alla stessa Dirigenza. Ma il ponte radio non funziona da almeno quattro anni. Inoltre, pare, che l’importo del canone annuale da pagare per il mantenimento del ponte radio, sarebbe notevolmente inferiore quando polizia municipale e protezione civile del Comune fossero appartenenti ad un unico Settore proprio com’è da qualche tempo ad Agrigento.
Quindi ci chiediamo: perché pagare ogni anno un canone per un impianto che non funziona o quantomeno che non è attivo? Perché non viene riattivata la comunicazione fra le ricetrasmittenti e il Comando? Perché non chiedere la riduzione del canone dal momento che protezione civile e polizia municipale sono un unico Settore? E’ concepibile che i vigili urbani debbano usare i propri telefonini per rispondere o per chiamare la centrale; se si dovessero trovare in una zona dove i loro telefonini non hanno la necessaria copertura di rete quali potrebbero essere le conseguenze ? E se si trovassero in difficoltà avrebbero il tempo di comporre i numeri telefonici? Con le ricetrasmittenti basta premere un tasto e si è immediatamente in comunicazione con tutte le unità in servizio e con la centrale.
La polizia urbana agrigentina attraverso la SILPOL e la UILFLP fa inoltre rilevare un altro disservizio che va anche contro le normative vigenti: la mancanza di rotazione dei servizi.
Il buon senso, oltre che la legge regionale, quella anticorruzione ed il regolamento del Corpo approvato dal civico consesso, vorrebbero che la rotazione nei servizi avvenisse periodicamente perché questo metodo garantisce dalla disparità di trattamento e valorizza gli addetti, tenendo conto delle mansioni, della gerarchia interna, dell’anzianità di servizio, una precauzione quindi rispetto a fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione. Ma la rotazione sembra da molti anni una pratica assolutamente sconosciuta ad Agrigento . Ruotano qualche volta i dirigenti al Comune, ma non i vigili urbani. In tal modo si creano inevitabilmente condizioni di disparità.
Perché? Vi sono forse condizioni di privilegio da garantire?
Vogliamo parlare poi delle divise ?
Da quanti anni i nostri vigili non ricevono un nuovo equipaggiamento? Sulle strade gli agenti presentano spesso un abbigliamento rimediato che non ha alcuna parvenza di uniformità per cui mi chiedo: nessuno se ne accorge? Nessuno vigila ? Nessuno ha vergogna ? Un corpo di polizia municipale efficiente e ben organizzato darebbe un’immagine diversa anche dell’Amministrazione comunale, ma ad Agrigento non è cosi! Si pensa più all’arredo urbano che a rendere decorosa la presenza dei vigili in città.
La fornitura del vestiario dovrebbe avvenire almeno ogni quattro anni; l’ultima risale pare al 2006. Non è forse vero che quando piove i vigili non possono stare in strada a svolgere il loro turno perché sono sprovvisti di equipaggiamento adeguato? Non è forse vero che non è più possibile rilevare un incidente sotto la pioggia senza bagnarsi?
E gli strumenti di difesa personale a disposizione sono forse adeguati? Quanto rischia un addetto alla polizia municipale privo di adeguati strumenti di tutela? L’amministrazione ha a cuore la sicurezza di questi lavoratori o no?
Sa l’amministrazione in carica che questi lavoratori vengono classificati come amministrativi e in caso di infortunio per causa di servizio non godono delle garanzie che hanno invece le altre forze di polizia in Italia? Vogliamo proteggerli al meglio?
Rimanendo in tema di protezione: non dovrebbe forse il Comando della polizia municipale emanare precise norme e dotare il personale di strumenti di tutela in relazione agli interventi di trattamento sanitario obbligatorio o di accertamento sanitario obbligatorio? Quali sono le modalità di intervento operativo di T.S.O. a cui devono attenersi gli addetti alla polizia municipale quando sono chiamati ad un tale delicato e pericoloso servizio? Nessuno di preciso lo sa e mai sono state date precise disposizioni in merito. Non occorrerebbero quindi delle precise direttive interne per evitare future controversie anche di carattere giudiziario?
E che dire in merito all’art. 208 del C.d.s. che stabilisce che il 50% dei proventi contravvenzionali, in percentuali varie, devono essere destinati al miglioramento dei sevizi, all’assistenza ed alla previdenza degli appartenenti ai Corpi e, secondo recenti decisioni della Corte dei Conti, anche all’acquisto di beni strumentali, intendendo per tali, sempre secondo le superiori decisioni, oltre agli apparati radio e automezzi, anche la buffetteria, comprensiva di vestiario nella sua completezza e gli armamenti.
Come è evidente molti sono i disagi che devono affrontare ogni giorno gli addetti alla polizia municipale ad Agrigento – che riprendiamo dalla nota della UILFP e della SILPOL – e che non sono affatto nuovi, ma si trascinano da molti anni per l’evidente mancanza di volontà politica di affrontare tali problemi e dare ad essi una giusta soluzione.
La gestione di un servizio così importante nella vita della città non può presentare limiti così gravi. Tale situazione è inaccettabili perchè reca danni notevoli alle casse comunali, ma soprattutto, non assicura i requisiti essenziali per garantire la sicurezza dei cittadini e la dignità dei lavoratori.
Mentre denunciamo all’opinione pubblica tutto ciò, pretendiamo da chi ha responsabilità in merito alle segnalazioni che abbiamo presentato un immediato intervento nel rispetto delle leggi e delle persone. Auspichiamo infine un intervento forte e decisivo da parte degli organismi, degli uffici e delle autorità che in città devono vigilare per garantire la corretta applicazione delle leggi in un settore lavorativo così intimamente legato al problema della sicurezza, in un momento in cui proprio sulla sicurezza lo Stato sostiene di voler investire.

  1. È una totale vergogna.Il sindaco che aveva intenzione di dare più forza alla polizia locale come pensa che possa mogliorare solamente con l’assunzione di nuovi vigili se a gli stessi mancano divise armamemti radio e tutto il resto?

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