Equo compenso e nuovo codice dei contratti: gli ingegneri seguono con interesse i lavori parlamentari
L’Ordine degli Ingegneri accoglie con interesse la notizia che la proposta di legge A.C. n.338 è stata approvata dalla Camera all’unanimità (253 voti favorevoli) e che il testo passerà a breve all’esame del Senato.
L’equo compenso, recita il primo articolo del testo, è “la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale”. Equità del compenso per i professionisti iscritti ad ordini o collegi significa fare riferimento ai regolamenti di determinazione dei parametri stabiliti dal Ministero vigilante sulla professione. Si tratta di temi di vitale importanza per i professionisti.
Nella legge sull’equo compenso esitata alla camera sono stati introdotti alcuni rimedi a tutela del professionista che fanno perno sulla nullità delle clausole delle convenzioni che non prevedono un compenso equo e proporzionato all’opera prestata. Nulle anche le clausole vessatorie che prevedono la possibilità di modifica unilaterale del contratto da parte del cliente, la richiesta di prestazioni gratuite, l’anticipazione delle spese o la rinuncia al rimborso, la previsione di termini di pagamento sopra i 60 giorni dalla fattura.
Obiettivo della legge sull’equo compenso, non è solo quello di fornire uno strumento di tutela al professionista contro i grandi committenti, ma anche quello di impedire pratiche di concorrenza sleale tra colleghi, che ribassando oltremodo i compensi, sviliscono il valore della prestazione professionale. Agli Ordini e ai Collegi sarà affidato quindi il compito di introdurre norme deontologiche per sanzionare l’iscritto che viola le regole sull’equo compenso.
Obiettivo del testo normativo è quello di tutelare la prestazione d’opera intellettuale, quando è svolta in convenzione con imprese bancarie e assicurative, grandi imprese con più di 50 dipendenti o con ricavi annui sopra i 10 milioni di euro, o con la Pubblica Amministrazione.
In tal senso, gli ingegneri auspicano che il richiamo chiaro ad un equo compenso venga indicato espressamente anche nell’ambito del nuovo Codice dei Contratti che, per quello e per altri aspetti, rischia di impattare negativamente sull’attività professionale.
Infatti, nel testo del nuovo Codice dei Contratti, già esitato nel CdM del dicembre scorso, si evidenziano alcune criticità, alcune delle quali proprio sui compensi:
- la possibilità di affidamento della prestazione d’opera intellettuale a titolo gratuito in casi “eccezionali”, senza che gli stessi siano compiutamente definiti;
- il mancato richiamo ad una specifica norma di legge per il calcolo dell’importo a base di gara negli affidamenti dei Servizi di architettura ed ingegneria ed altri servizi tecnici, all’obbligo di utilizzo della stessa e alla necessità che sia aggiornata in relazione alle modifiche introdotte dal nuovo Codice, in particolare ai livelli ed ai contenuti della progettazione che sono stati rimodulati e modificati.
I rappresentanti dell’Ordine di Agrigento hanno partecipato ad una serie di incontri nei quali hanno proposto modifiche migliorative e sono in costante contatto con i rappresentanti nazionali della Rete delle Professioni Tecniche per seguire l’iter di modifica del nuovo Codice dei Contratti.