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Editoriali

Firetto, Ballarò e i Forconi: storia di ordinaria “amministrazione”

forconiAgrigento stamani si è svegliata con il “chiacchiericcio” sul servizio mandato in onda ieri sera dalla trasmissione televisiva di Rai 3 “Ballarò” sul caso “Gettonopoli”, l’oramai famoso scandalo delle sedute delle Commissioni consiliari (ben 1133 ndr) che portò alle dimissioni in massa del precedente Consiglio Comunale.

Fatto, quest’ultimo che consentì una nuova tornata elettorale e la vittoria dell’attuale sindaco di Agrigento, Lillo Firetto.
Sono trascorsi sei mesi dall’insediamento del primo cittadino e il giornalista Alessio Lasta ha voluto verificare ciò che, solo lo scorso mese di febbraio, denunciò alla nazione intera sullo scandalo “Gettonopoli”.

Preso di mira, ancora lui, il tanto amato e odiato Beniamino Biondi; accusato di essere colui che “predica bene e razzola male”. Scorci di dichiarazioni pubbliche rese in quell’assemblea che portò in piazza oltre duemila persone per manifestare il disprezzo verso un malcostume che vide la politica comunale essere coinvolta dagli abusi dei gettoni di presenza. Oggi, proprio Beniamino Biondi è assessore comunale, incarico che gli frutta una indennità di oltre 3 mila euro. Uno “scandalo” per coloro che insieme a lui protestavano verso quella politica di abusi e malcostumi. Uno “scandalo”, dicevamo, tanto da attirare nuovamente l’attenzione di Alessio Lasta, abile giornalista di “Ballarò”, che ha fatto nuovamente visita alla città dei Templi, mettendo in risalto ciò che da tutti è definita una nuova “vergogna” politica.
Tema del servizio mandato in onda, l’indennità dell’assessore Biondi e i costi dell’intera Giunta comunale guidata dal sindaco Firetto. Costi che, secondo quanto riportato da Lasta, sarebbero lievitati rispetto alla precedente amministrazione.
Insomma, secondo Lasta, ciò che portò alla decadenza il precedente Consiglio, sembra quasi non avere sortito nessun effetto se si fa riferimento ai costi spesi per il pagamento delle indennità.

Scoppia la polemica sui social network, dove il popolo internauta si divide fra “accuse” e chi invece mette in risalto “la buona opera dell’attuale amministrazione comunale”.
Preso di mira, soprattutto il sindaco di Agrigento, apparso alquanto infastidito dalle telecamere di Rai Tre.
Ed è qui che è bene fare una semplice ma essenziale differenza fra ciò che è stato lo scandalo “Gettonopoli” e ciò che oggi vede nel ciclone dell’agone mediatico l’attuale amministrazione comunale.

Una semplice differenza che, al di là delle strumentalizzazioni politiche, sembra davvero essere sfuggita a tutti…. O almeno vogliamo crederlo!
Lo scandalo di “Gettonopoli” nasce essenzialmente da un abuso perpetrato nella convocazione di quelle Commissioni Consiliari che erano prese come strumento per percepire, probabilmente, qualche gettone di presenza in più. Il numero di sedute convocate (1133 ndr) la dice lunga su quale “modus” si basava l’operato della precedente amministrazione. Un “gioco” sul quale nulla poteva, e può, l’amministrazione comunale.
Firetto, e la sua giunta è vero che percepiscono una indennità maggiore di quella della precedente, ma è pur vero che forse quanto fatto in questi primi sei mesi di amministrazione vale più di quanto fatto da anni di gestione comunale ricordati come i peggiori della storia agrigentina. Percepire una indennità, stabilita per legge, non è un abuso. Un abuso è convocare a iosa consigli e commissioni per raggiungere, spesso, quel “tetto” massimo mensile; e per di più senza produrre alcun risultato utile per la città.

Se ad Agrigento lo sport principale sembra essere diventato quello dei “forconi” sempre e comunque, non dobbiamo dimenticare che a volte le principali rivoluzioni (culturali, economiche, sociali), per quanto possa sembrare paradossale, cominciano prima di avere inizio e continuano anche quando sono terminate.
Se la rivoluzione atta alla rinascita di Agrigento è iniziata, lasciamola continuare. Solo il tempo potrà rispondere a ciò che sarà, ma ad oggi è in corso una rivoluzione… lasciamola andare!

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