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Regioni ed Enti Locali

Il Cartello Sociale di Agrigento interviene sulla sicurezza del territorio: “mettere in campo forme adeguate di collaborazione da parte dei cittadini”

“I successi riportati dalle forze dell’ordine a garanzia della sicurezza del territorio, nelle attività di contrasto a quelle prassi illecite che alimentano le disponibilità delle organizzazioni criminali rappresentano la migliore forma di promozione per una comunità che si appresta a celebrare un titolo prestigioso quale Capitale Italiana della Cultura”.Lo scrivono i rappresentanti del Cartello Sociale della provincia di Agrigento Don Mario Sorce, Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo e Gero Acquisto.

“Fin dai primi giorni del suo insediamento, il Questore di Agrigento ha dato vita a segnali importanti contro la criminalità organizzata e la cultura mafiosa. Segnali molto efficaci, quelli posti in essere dal dott. Ricifari, che hanno determinato una discontinuità con una tradizione che consentiva in modo quasi subliminale alla mafia di marchiare la sua presenza nel territorio. A questa va aggiunta l’opera capillare di presenza, prevenzione e attenzione dell’ Arma dei carabinieri che hanno portato a meglio conoscere il tessuto sociale e parte della rete di traffici presenti nel nostro territorio. Prezioso risulta l’ impegno chel’Arma dei Carabinieri, da tempo, porta avanti con conferenze nelle scuole e visite degli studenti nelle caserme. Impegno finalizzato a trattare tematiche di estremo interesse per i ragazzi: droga, alcool, incidenti stradali, bullismo, ambiente e altro ancora. Iniziative svolte in collaborazione con associazioni culturali, con la Chiesa con il mondo della scuola per meglio orientare i comportamenti e le scelte di vita di chi è ancora nella fase di formazione”.

“Non è un mistero e ce lo ricorda la DIA nelle sue puntuali relazioni semestrali che nella nostra provincia é ancora forte la presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso che agisce e prospera con i proventi del traffico di droga, delle estorsioni, dell’usura e di altre attività illecite. Questa consapevolezza ci dice che c’é ancora molto da fare: le forze dell’ordine, la magistratura, le istituzioni fanno la loro parte, profondono grandi sforzi nell’azione di contrasto alla ‘mafia con azioni concrete, ma se si vuole veramente vincere la guerra e’ necessario che scenda in campo la società civile. È necessaria una presa di coscienza collettiva, in quanto i buoni propositi non bastano, c’e’ bisogno di fatti concreti e segnali chiari, come quelli del Questore, per fare si che le persone oneste e tutti coloro che subiscono l’arroganza e la prepotenza della criminalità mafiosa abbandonino l’atteggiamento di apatia, di indifferenza e di rassegnazione e si ribellino denunciando episodi di corruzione, il malaffare e tutte gli atti di prevaricazione e di violenza che minacciano le normali attività di ogni giorno. Per questo è necessario mettere in campo forme adeguate di collaborazione da parte dei cittadini, che significa non voltarsi dall’altra parte, ma segnalare e denunciare alle autorità qualsiasi forma di illegalità e di prevaricazione, proveniente non solo dalla criminalità organizzata ma anche da quella comune. Solo così, con l’aiuto di tutti sarà possibile agevolare il lavoro prezioso che già svolgono le forze dell’ordine è quindi contrastare lo spaccio delle droghe, evitare tutte le forme di movida violenta e rendere più sicure le città della nostra provincia”.

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