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Integratori di ferro validi: ecco come sceglierli

Il ferro è un minerale molto importante per la salute del nostro organismo. Coinvolto nella sintesi dell’emoglobina, della mioglobina e dei citocromi (enzimi che permettono il metabolismo di numerose sostanze di origine alimentare e di farmaci), il ferro è fondamentale anche per supportare la normale funzione del sistema immunitario e per supportare la normale funzione cognitiva.

Una alimentazione varia ed equilibrata permette di mantenere l’equilibrio tra le perdite di ferro e la sua introduzione con il cibo. L’assorbimento del ferro alimentare avviene nell’intestino, per la precisione a livello duodenale. Alcune patologie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn), sindromi da malassorbimento o infezioni di origine batterica o virale possono determinare una diminuzione nell’assorbimento dei nutrienti essenziali per il nostro organismo. Quando l’alimentazione non è sufficiente a garantire il corretto fabbisogno giornaliero, quando intervengono problemi di assorbimento o quando si verificano particolari condizioni fisiologiche che richiedono un aumentato apporto organico di un particolare nutriente può essere necessario integrare la dieta con un complemento nutrizionale.

Quando e perché si verifica un deficit di ferro?

Come detto in precedenza, un’alimentazione varia e bilanciata consente di mantenere l’equilibrio tra le perdite quotidiane di ferro e la sua introduzione nell’organismo con il cibo. Il ferro viene perso dal nostro organismo attraverso le feci, la sudorazione, la fisiologica desquamazione delle cellule intestinali e, nelle donne, le mestruazioni e l’allattamento al seno.

Il corpo umano, in normali condizioni di salute, necessita di circa 14 mg (milligrammi) di ferro al giorno. Questo valore, in determinate condizioni fisiologiche, come la gravidanza, può aumentare fino a 20 mg.

Il ferro negli alimenti

Il ferro è presente negli alimenti in due forme che differiscono per importanza nutrizionale: il ferro eme e il ferro non eme.

Il ferro eme è contenuto nella carne e si chiama così perché è legato alle emoproteine (emoglobina e mioglobina). Tra gli alimenti di origine animale più ricchi di ferro eme ricordiamo il fegato, le frattaglie, la milza, la carne di tacchino, di cavallo e di manzo, i molluschi e i crostacei.

Il ferro non eme è contenuto negli ortaggi e nella frutta e si chiama così perché è in forma inorganica. Tra gli alimenti di origine vegetale più ricchi di ferro ricordiamo le mandorle, i fichi secchi, le prugne e le albicocche essiccate, i cavoletti di Bruxelles, l’indivia.

La differenza tra ferro eme e ferro non eme è data dal meccanismo con cui viene assimilato questo prezioso minerale nell’intestino: mentre il ferro eme è assorbito da siti specifici presenti sulla superficie delle cellule del duodeno, e non è influenzato dalla presenza di sostanze che ne diminuiscono o ne promuovono l’assimilazione, il ferro non eme non ha meccanismi specifici di assorbimento. Il ferro non eme, una volta arrivato nell’intestino, è di solito presente in forma trivalente (Fe3+). Per essere assorbito, il ferro deve essere trasformato nella forma bivalente (Fe2+) da un particolare enzima chiamato citocromo duodenale B. Questo meccanismo di assorbimento, però, è variabile e può essere influenzato dalla presenza di inibitori (sostanze che diminuiscono l’assorbimento del ferro, come il calcio o i tannini) o di promotori (sostanze che favoriscono l’assorbimento del ferro nell’intestino, come la vitamina C).

Quando può essere necessario assumere un integratore di ferro?

Un’alimentazione varia e bilanciata è in grado di garantire il corretto apporto giornaliero di ferro all’organismo. In alcuni casi, però, particolari condizioni fisiologiche o problemi di assorbimento possono portare a un aumentato fabbisogno organico di questo nutriente essenziale. In questi casi può essere utile considerare l’assunzione di un integratore alimentare con ferro.

Le persone colpite da disturbi intestinali da malassorbimento, da intolleranze alimentari, le donne in età fertile e le persone che praticano attività sportiva intensa sono in generale più soggette a sviluppare una carenza di ferro nel sangue. Anche i bambini e gli adolescenti possono essere soggetti a carenze di ferro, soprattutto se la dieta non apporta la giusta quantità di questo minerale per supportare la fase della crescita.

 

Caratteristiche di un buon integratore di ferro

Sul mercato sono presenti tantissimi integratori di ferro. In generale, un integratore valido in caso di aumentato fabbisogno organico di ferro ha queste caratteristiche:

  • il ferro contenuto nell’integratore supera lo stomaco senza irritare la mucosa gastrica o provocare bruciore e difficoltà digestive e viene assorbito a livello dell’intestino;
  • il ferro deve essere sufficientemente protetto dalla presenza di sostanze che ne diminuiscono l’assorbimento a livello intestinale;
  • apporta la giusta quantità di ferro per unità posologica. In generale gli integratori alimentari per adulti contengono 14 mg di ferro. Alcuni integratori contengono fino a 30 mg di ferro per unità posologica e sono indicati in particolari casi di aumentato fabbisogno organico di questo prezioso minerale.
  • Alcuni integratori di ferro contengono anche vitamina C e vitamine del gruppo B. La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, mentre le vitamine del gruppo B sono importanti cofattori per la formazione delle emoproteine (emoglobina e mioglobina).

 

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