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Regioni ed Enti Locali

La CGIL di Agrigento chiede ai sindaci della provincia maggiore attenzione sull’assistenza sociale

cgilLa Confederazione ed il sindacato dei pensionati della CGIL rilevano che gli uffici della solidarietà sociale sono divenuti i “parafulmini” del disagio delle comunità locali.

La CGIL di Agrigento in una lettera firmata dal segretario provinciale Massimo Raso e dai rappresentanti Caterina Santamaria e Piero Mangione, hanno chiesto ai sindaci della provincia maggiore attenzione nei confronti del settore dell’assistenza sociale.

“Dopo i fatti incresciosi di Licata e Canicattì – scrive il sindacato – non si è andati oltre gli atti di solidarietà espressi da diverse Istituzioni alle Assistenti sociali, vittime di aggressione di “qualche esasperato”, dal momento che è mancata la volontà di tradurli in provvedimenti, in scelte mirate al rilancio, potenziamento, qualificazione degli uffici e dei servizi: trattasi di un luogo sulla quale le scaricano le contraddizioni di un “sistema malato”. Una trincea, un vero e proprio “pronto soccorso sociale” dove avviene il primo impatto di richieste, anche le più disparate, un punto di ascolto, di dialogo, di presa in carico, particolarmente di quella parte più fragile, più vulnerabile, spesso sospinta verso esasperazione e disperazione”.

“E’ del tutto evidente la “miopia” di molti Amministratori che non hanno saputo/voluto utilizzare le favorevoli condizioni per l’assunzione di assistenti sociali, utilizzando la legge 22/1986 e successive disposizioni regionali che prevedevano, per l’appunto, la istituzione in ogni Comune del servizio sociale professionale con la presenza di un assistente sociale ogni cinque mila abitanti, a fronte del fatto che in molti Comuni, oggi, non vi è nemmeno un Assistente sociale”.

“Il quadro attuale – continua la lettera – registra una pesante sofferenza e criticità degli uffici e dei servizi per carenza di personale tecnico ed amministrativo, con pochi assistenti sociali, spesso precari, ad orario ridotto e con rapporti di lavoro atipici.

Risultato: operatori sovra esposti, sovra caricati di lavoro, personale spesso “tutto fare”, tutto organizzare per tentare di rispondere alla domanda crescente, mentre decrescente è il trasferimento di risorse finanziarie da Stato e Regione, quando nuovi competenze vengono assegnate”.

“La Confederazione ed il sindacato dei pensionati della CGIL chiedono l’attivazione di misure idonee ed efficaci di sicurezza, di tutela degli Addetti, unitamente ad una migliore offerta di servizi.

E’ doveroso chiedere che fine ha fatto la nota del 5 settembre 2014, che si allega, con la quale l’ex Assessore regionale Bruno ha chiesto ai Presidenti dei Comitati dei Sindaci dei Distretti socio sanitari “ di verificare la concreta attuazione della, sopra citata, legge 22/1986”.

Tutto ciò premesso serve da parte dei Sindaci un’attenzione ed un respiro politico, sociale e amministrativo nuovi nell’affrontare questa problematica tanto delicata quanto complessa, partendo dalla convocazione di riunioni congiunte e cioè dei Comitati dei Sindaci dei Distretti socio sanitari e dei Gruppi piano, legge 328”, concludono Raso, Santamaria e Mangione.

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