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Mattarella ad Agrigento, “Uniti per la città”: “gli effetti del Patto per il Sud tardano ad arrivare”

consiglio comunale agrigento“La visita del Capo dello Stato, seppur fugace e legata ad un prestigioso avvenimento culturale, non può essere vissuta esclusivamente come momento di festa e di convenevoli, avulsa da quelle che sono le vere e profonde emergenze vissute dal territorio”. Il gruppo “Uniti per la Città”, mettendo da parte per l’occasione le contrapposizioni politiche, vuole lanciare un forte messaggio al Presidente della Repubblica.

“Non è certamente la giornata delle polemiche – affermano Gerlando Gibilaro, Giuseppe Picone, Angelo Vaccarello e Marco Vullo – ma riteniamo che le Istituzioni locali, nel rispetto della liturgia ma senza ipocrisia e falsità, abbiano il dovere, nel dare il caloroso benvenuto a Mattarella, di mostrare anche il volto sofferente e provato della comunità e dell’Ente che governa le dinamiche locali. Riprendendo gli appelli, diffusi nei giorni scorsi tramite lettere aperte dalle organizzazioni sindacali e persino dalla Chiesa agrigentina, vogliamo, tenendo sempre un profilo basso e modi garbati, amplificare e ampliare il grido d’allarme che proviene dal territorio. Illustre Presidente Mattarella – sottolineano i 4 consiglieri comunali – la nostra, come Lei ben sa, è una terra straordinaria, ricca di storia, di cultura e di archeologia, ma povera di infrastrutture e carente in termini di servizi. Il turismo qui da noi, nonostante l’immenso e pregevole patrimonio ereditato, continua ad essere un giacimento potenziale. Sì, una ricchezza non del tutto sfruttata in assenza di serie politiche a favore del territorio. Gli effetti del Patto per il Sud, annunciato dall’ex premier Renzi nella suggestiva location della valle dei templi, tardano a raggiungere questo estremo lembo del nostro Bel Paese. La disoccupazione galoppa, l’emigrazione è una costante, le sacche di povertà aumentano: questo è il triste scenario attuale che si arricchisce da un ormai incontrollato e preoccupante flusso migratorio verso le nostre coste. C’è poi un centro storico abbandonato, che cade a pezzi, con al centro la Cattedrale di San Gerlando chiusa, da oltre sei anni, per rischio crollo. Per non parlare dell’isolamento dettato da collegamenti viari da terzo mondo o quasi. Presidente siamo sicuri che apprezzerà la nostra sincerità – concludono Gibilaro, Picone, Vaccarello e Vullo – e la invitiamo, dall’alto del suo autorevole ruolo, a raccogliere il nostro responsabile e misurato sfogo, consapevoli di avere interpretato la volontà del popolo agrigentino e dell’intera assise cittadina”.

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