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Rubrica legis non est lex

Riabilitato dalla giustizia amministrativa l’imprenditore favarese che si era incatenato in Prefettura ad Agrigento

girolamo_rubinoCome si ricorderà l’anno scorso un imprenditore favarese di quarantadue anni, G.C., legale rappresentante della società C.F. srl, si era incatenato in Prefettura ad Agrigento per protestare contro i ritardi riscontrati a fronte di una domanda di iscrizione nella cd. “White list”, ovverossia nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa;

il risultato era stato un immediato provvedimento di rigetto, motivato sulla base del fatto che la moglie dell’imprenditore, sig.ra P.L., di 37 anni, direttore tecnico della società richiedente, era altresì socia di altra società destinataria di informativa antimafia interdittiva.

La società favarese a questo punto ha proposto un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino (in foto) e Leonardo Cucchiara, contro la Prefettura di Agrigento ed il Ministero dell’Interno, per l’annullamento del diniego di iscrizione alla cd. “White list”.

In particolare gli avvocati Rubino e Cucchiara hanno sottolineato che il direttore tecnico della società richiedente aveva già dismesso le quote di partecipazione al capitale sociale dell’altra società destinataria di informativa antimafia, e che quest’ultima società al momento di acquisizione delle quote era impegnata nell’esecuzione di una molteplicità di pubblici appalti, e quindi immune da misure interdittive; ed ancora rilevando il pericolo di un danno grave ed irreparabile incombente sulla società ricorrente per effetto di risoluzioni contrattuali e revoche di contributi derivanti dal provvedimento impugnato.Si sono costituiti in giudizio la Prefettura di Agrigento ed il Ministero dell’Interno, con il patrocinio dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso, previa reiezione della richiesta cautelare.

Il Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, ritenendo sussistente il “periculum in mora” prospettato dai difensori, ed alla luce dei motivi di ricorso aveva accolto l’appello cautelare invitando il Prefetto di Agrigento a riesaminare il provvedimento; ma la Prefettura di Agrigento aveva reiterato il diniego di iscrizione alla “White list”, ritenendo che l’operazione societaria di dismissione delle quote da parte del direttore tecnico della società fosse fittizia. Da qua la determinazione della società favarese di proporre un ricorso per motivi aggiunti, sempre con il patrocinio degli avvocati Rubino e Cucchiara, avvero il nuovo provvedimento di dinego opposto.

In particolare gli avvocati Rubino e Cucchiara hanno dimostrato in giudizio che non era stata posta in essere alcuna operazione fittizia di cessione delle quote, e che la situazione debitoria dell’impresa ricorrente si era ulteriormente aggravata, per effetto della revoca del contributo da parte del Ministero dell’Economia per la realizzazione di un nuovo impianto industriale. Anche stavolta il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale ha ritenuto fondati i motivi di ricorso formulati dagli avvocati Rubino e Cucchiara, ed ha accolto la richiesta cautelare avanzata dai difensori.

A questo punto il Prefetto di Agrigento, Dr. Nicola Diomede, ricevuta la notifica dell nuova ordinanza cautelare resa dal CGA, ha ritenuto di eseguirla disponendo l’iscrizione della società favarese nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa (cd. “White list”) a decorrere dal 30 maggio 2015, giorno successivo al deposito in Segreteria dell’ordinanza resa dal CGA. Per effetto dell’ordinanza cautelare resa dal CGA e delle consequenziale iscrizione alla White list la società favarese, a conduzione familiare, che impiega quindici dipendenti potrà continuare l’attività di produzione di carpenteria metallica nel nuovo stabilimento industriale realizzato grazie ad un contributo in conto impianti erogato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

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