La procura generale ha chiesto la revoca bel beneficio della detenzione domiciliare per Giuseppe Messina, destinatario di un’ordinanza cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Kerkent” scattata lo scorso 4 marzo.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta di Francesco Luparello, Angelo Iacono Quarantino, Valentino Messina e Fabio Contino, rappresentati e difesi dall’avvocato Salvatore Pennica.
C’è attesa per l’approdo al Tribunale del Riesame dell’inchiesta antimafia “Kerkent” scattata lo scorso 4 marzo con l’arresto di 32 persone ritenute appartenenti al clan che vede al vertice il presunto boss Antonio Massimino.
Sarebbe stato denunciato per calunnia il 38enne raffadalese Antonino Mangione, figura legata all’inchiesta antimafia condotta dalla Dia di Agrigento denominata “Kerkent” che ha portato all’emissione di 34 misure cautelari.
Era la droga al centro degli “affari” dell’organizzazione sgominata grazie al blitz antimafia “Kerkent” che ha disarticolato una presunta associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di
“Pronto a farmi 20 anni di galera, ma non ho violentato quella donna”. Sarebbero state queste le dichiarazioni rilasciate da Antonio Massimino, personaggio chiave dell’operazione antimafia denominata “Kerkent”.
Presso gli uffici della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento si sono costituiti altri due indagati, accompagnati dai rispettivi legali di fiducia, coinvolti nell’operazione Kerkent, culminata con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo nei confronti di 34 persone, ritenute
Prenderanno il via stamani gli interrogatori di garanzia per alcuni dei 32 arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Kerkent”.
La Confcommercio della Provincia di Agrigento esprime le proprie Congratulazioni ai Carabinieri di Agrigento ed alla DIA, coordinati dal vicequestore Roberto Cilona per la recente brillante operazione denominta “Kerkent”, che grazie al prezioso lavoro di indagine, svolta il più delle volte nell’ombra, hanno dimostrando competenza e professionalità, senza
Uno “sgarro” che non è stato punito con un omicidio. Il presunto boss Antonio Massimino, principale figura del blitz antimafia scattato ieri denominato “Kerkent”, avrebbe “graziato” un giovane di Porto Empedocle dopo l’incendio ad un motorino commesso a danno di un suo gregario.