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Regioni ed Enti Locali

Visita Mattarella ad Agrigento: anche la CGIL scrive al presidente della Repubblica

massimo_rasoAnche la CGIL di Agrigento, con il segretario provinciale Massimo Raso (in foto), scrive al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in vista della visita in programma per il prossimo 6 luglio.

Ecco il testo della missiva:

“Presidente,
pur se non invitati ai momenti cerimoniali, non vogliamo farLe mancare il nostro “benvenuto ad Agrigento!”
Ma verremmo meno ai nostri doveri se oltre a renderLe omaggio e ringraziarLa per aver scelto la nostra terra e per aver voluto onorare la memoria di questo nostro illustre conterraneo, non fossimo qui ad illustrarLe con questa “lettera aperta” il nostro punto di vista sulla nostra condizione e a chiederLe di aiutarci, di “darci una mano” a risolvere i problemi di questa terra.
La nostra è una splendida provincia che, tuttavia, si trascina irrisolte le tante questioni che la condannano ad essere sempre agli ultimi posti di tutte le graduatorie: per tenore di vita, servizi e ambiente, affari e lavoro, tempo libero, qualità della vita e dei consumi culturali.

L’economia della provincia è in coma profondo.

I dati, insomma, alla fine, ci consegnano sempre la stessa immagine:
• quella di una provincia povera,
• con pensionati poveri (delle circa 150.000 pensioni gestite dall’INPS oltre 90.000 sono inferiori a 500 euro!)
• con tassi di disoccupazione più alti della media regionale e quasi doppi di quello del resto del Paese.
• con un apparato industriale inesistente e che ogni giorno perde un pezzo;
• con aziende molto piccole, sottocapitalizzate con problemi enormi di accesso al credito, cosi frantumate da essere per loro inibita ogni velleità di competizione con il resto del mondo;
• Con una situazione infrastrutturale del tutto insufficiente (strade ed autostrade, rete ferroviaria, metanodotti, impianti elettrici, acquedotti e depuratori, telecomunicazioni, porti, aeroporti, servizi alle imprese per non parlare delle infrastrutture sociali come gli ospedali, le scuole …
La provincia di Agrigento è sostanzialmente esclusa da tutti i “piani” eppure l’indice di dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno è inferiore del 20% rispetto alla media nazionale.
Agrigento, è stabilmente sempre nelle ultime 10 posizioni tra tutte le Province italiane!
Ma questa provincia non è fatta solo di negatività.
Tutta questa situazione che abbiamo rappresentato, seppure schematicamente, convive, da sempre, con grandi opportunità che sono offerte dalla nostra collocazione geografica, dall’invidiabile lascito della nostra storia, dalla nostra cultura, dal nostro sottosuolo.
Insomma, Noi siamo anche la provincia:
• che avrà modo di vistare, quella dei “I tesori di Akragas” , i reperti dell’antica Akragas greca appunto, un patrimonio storico, archeologico e culturale ricco di testimonianze davvero importanti presenti: dai Templi di Agrigento fino Eraclea Minoa, dai resti di Città Protostoriche a S.Angelo Muxaro, Sambuca );
• che ha centri storici interessanti (dal barocco di Naro, ad Agrigento, Sciacca, Caltabellotta, Sambuca solo per citarne alcuni…);
• che ha alcune eccellenze nell’agricoltura, nell’eno-gastronomia: dalle “Arance di Ribera” al “Cantalupo” di Licata, dai Formaggi della Zona Montana ai Vini di qualità, fino al Pesce di Sciacca;
• che ha dato i natali a Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Russello e Camilleri e che ha capito che, anche su questo, può far leva per il proprio rilancio;
• Siamo la provincia dell’artigianato artistico, delle Ceramica di Sciacca e di Burgio;
• Siamo la terra dello zolfo, del salgemma, dei Sali potassici, del corallo, delle Terme di Sciacca (chiuse colpevolmente da 3 anni!) e di Montevago; del Golf;
• Siamo la Provincia che ha 120 Km, di costa ed ospita alcuni Siti di interesse comunitario e riserve naturalistiche.
• La provincia delle Miniere dismesse, segno una civiltà del lavoro che c’è stata e di miniere che possono ancora avere un futuro.
• Siamo la Provincia che ha 5 aree ASI (alcune solo sulla carta), aree che sono rimaste lì, orfane, dei progetti abbandonati a Sciacca come a Licata;
• Siamo la provincia con il record di Opere Pubbliche “incompiute”;
• Siamo la provincia di Lampedusa, con l’ambivalente caratteristica di “porta dell’Europa” e della speranza per tanti popoli che lì vi approdano in condizione disperate e simbolo dell’orrore che le recenti tragedie legate agli sbarchi hanno lasciato in ognuno di Noi…
• Siamo una provincia ricca di “capitale umano”… che rischia di avere come unica prospettiva quella di fare le valigie.
Sull’emigrazione non abbiamo dati certi, ma basta farsi un giro serale nei nostri Paesi per vedere empiricamente come vi sia stata una ripresa spaventosa del fenomeno migratorio ed essa oggi riguarda anche la cosidetta “fuga dei cervelli” e riguarda giovani altamente scolarizzati, che si somma all’emigrazione “tradizionale”.
Ricordiamo tutte queste cose, non per folklore, ma perché riteniamo che l’unica possibilità di “uscire dalla crisi” è quella di puntare sulle nostre risorse, su quelle che non sono delocalizzabili e non replicabili, cercando di costruire su queste nostre risorse quelle “filiere” produttive necessarie .
Ma per farlo serve una svolta!
Una svolta vera che non può essere quella che abbiamo visto con l’annuncio, nello stesso incantevole scenario della Valle, del “Patto per la Sicilia” da parte del precedente Primo Ministro, a cui non è seguito nessun cantiere aperto.
Speriamo che anche la Sua venuta possa segnare un cambiamento reale, una spinta vera al cambiamento cui, ovviamente, debbono seguire politiche concrete da parte dei Governi Nazionale e Regionale.
E’ già successo con il Presidente Ciampi che lanciò quella straordinaria stagione dei “patti territoriali”.
Occorre che le forze migliori di questa provincia, le forze del lavoro e dell’impresa insieme alle istituzioni locali, trovino lo spirito di quella stagione per cogliere ogni opportunità che si presenta, per non perdere nemmeno un euro di finanziamenti e bandi nazionali ed europei.
L’intuizione era giusta: Lavoro / Impresa / Istituzioni Locali insieme per “governare lo sviluppo”, per indirizzare, per stendere un “piano industriale” che dica con nettezza quello che questa Provincia vuol fare “da grande”.
Ma occorre tornare a “pensare in grande”, pensare che è possibile uscire da questa condizione di marginalità geografica, politica ed economica, per questa ragione riteniamo che vadano ripresi alcuni obiettivi generali che sono propedeutici allo sviluppo dell’area:
1) Rilanciare il progetto della “chiusura dell’anello autostradale” realizzando il collegamento di Agrigento con Gela ad Est e con Castelvetrano ad ovest;
2) Risolvere la questione del “dragaggio” del porto di Porto Empedocle per consentire a questo territorio di essere approdo di navi da crociera a pochi metri dalla splendida Valle dei Templi nella quale concentrare ogni sforzo di scoperta di nuovi tesori ed aumentare la sua capacità di grande attrattore culturale e turistico;
3) Lanciare un grande e straordinario piano di manutenzione urbana ed ambientale che riguardi, in primo luogo, le periferie delle nostre città insieme al recupero dei nostri più interessanti centri storici per migliorare la qualità della vita e rilanciare l’occupazione ;
4) Affrontare seriamente il problema dell’acqua, fondamentale per agricoltura e turismo, rilanciando la questione dell’interconnessione degli invasi delle dighe esistenti per accrescerne le capacità ricettive e affrontare meglio le ricorrenti crisi idriche;
5) Rafforzare i presìdi di legalità ad ogni livello esistenti affrontando con determinazione il problema degli organici delle Forze dell’Ordine e della Magistratura che debbono fronteggiare la doppia sfida di un sistema criminale e mafioso che si è inabissato ma non ha smesso di essere forte e permeante dell’economia e delle istituzioni e dei problemi legati ai flussi migratori.
Questi 5 interventi schematicamente richiamati, uniti alle considerazioni precedenti e che presuppongono voglia e capacità di “fare sistema”, di affrontare con determinazione ed alla radice i problemi debbono misurarsi i livelli di Governo Regionale e Nazionale, ma riteniamo che un’autorevole “scossa” possa venire da un Suo determinato intervento di sollecitazione e stimolo ad affrontare le questioni e a ricercare un rapporto più attivo con i rappresentanti di interessi collettivi, sociali ed economici”, conclude Massimo Raso.

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