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Rapina in banca a Raffadali: 43enne finisce ai domiciliari

Accogliendo la richiesta del difensore, sono state attenuate le misure cautelari nei confronti di un 43enne accusato della maxi rapina avvenuta lo scorso febbraio ai danni di una banca di Raffadali.

L’uomo, come si ricorderà fu arrestato poco dopo la rapina insieme ad altri due soggetti. Secondo l’accusa il 43enne avrebbe fatto da basista al colpo. Il gup ha così deciso di applicare per l’uomo gli arresti in casa con il braccialetto elettronico.

Secondo la ricostruzione, due uomini, fingendosi clienti, erano entrati con aria disinvolta, parzialmente coperti da una sciarpa e apparentemente disarmati, per poi intimare ai cassieri con tuta calma di consegnare tutti i soldi in contanti presenti. Nel giro di pochi minuti, i rapinatori hanno riempito i loro zaini di blocchetti di banconote da 20 e 50 euro, per poi fuggire di corsa a piedi fuori dalla banca. Ad attenderli poco distante, il terzo complice in auto. Insomma, un’operazione da professionisti.
Subito è scattato il piano antirapina del Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento, che prevedeva l’immediata attivazione di posti di blocco lungo tutte le arterie che collegano Raffadali al resto dell’isola, coinvolgendo anche le Province limitrofe. La rete era tesa e all’interno di essa si sono mossi con abilità tutti gli investigatori della Sezione Operativa di Agrigento, mentre la Sezione Investigazioni Scientifiche provinciale ha effettuato tutti i rilievi tecnici del caso e ha raccolto a tappeto tutti i filmati delle telecamere della banca e dell’intero paese: l’aiuto degli occhi elettronici è stato prezioso per capire con quale veicolo, che poi non hanno fatto in tempo ad abbandonare, i rapinatori si fossero dati alla fuga.
Preziosa è stata anche la collaborazione di alcuni testimoni che hanno descritto quell’auto sospetta che si era allontanata dalla banca a tutta velocità con tre persone a bordo.
Una ricerca palmo a palmo andata avanti per ore per braccare i tre rapinatori in fuga. Setacciate strade statali e provinciali. Fermata e perquisita ogni macchina in transito per le principali arterie intorno a Raffadali.

Successivamente la svolta. I Carabinieri vedono da lontano un’auto sospetta ferma all’interno della piazzola di sosta di un distributore. Siamo a Sant’Angelo Muxaro (AG). In un attimo, i Carabinieri rompono gli indugi. Attivano le sirene e arrivano armi in pugno. I tre sono circondati. I carabinieri li tengono sotto tiro e li costringono ad uscire dal loro nascondiglio. Immediata la perquisizione. Dal portabagagli del fuoristrada saltano fuori mazzette di soldi. Diverse mazzette di soldi con ancora applicate le fascette della banca. I militari contano il denaro. Dieci mila, ventimila, infine 50 mila euro. Questo l’intero bottino del colpo.

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