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Inchieste Regioni ed Enti Locali

Agrigento e il paradosso dell’acqua: la più cara d’Italia e l’incognita su Girgenti Acque

acquaAgrigento ancora al centro mediatico di inchieste e vicende che rispecchiano la natura di pirandelliana memoria. Sembra infatti che nella città dei Templi la misura sia oramai colma, con contraddizioni e stranezze che oramai sembrano sopite da una “normalità” atipica. Questa volta a finire sotto i riflettori della stampa nazionale è l’acqua: cosa che ad Agrigento sembra essere ancora al centro di polemiche.

È un’inchiesta riportata oggi sul quotidiano “La Repubblica” a parlare di come l’acqua sia ancora per Agrigento un problema. È qui infatti che si paga l’acqua più cara d’Italia: una tariffa media annuale di circa 419 euro per una famiglia di tre persone; quattro volte più cara di quella che si paga a Milano.

Anche se non sono molto lontani i tempi in cui molti agrigentini si recavano in quelle fontane pubbliche alla ricerca del liquido prezioso per “lavarsi” e “cucinare”, oggi sembra che la situazione non sia cambiata di molto; e per di più l’acqua si paga “cara e amara”.

Al centro della diatriba fra cittadinanza e gli innumerevoli problemi legati all’acqua vi è l’ente che dal 2007 si è garantita la gestione del servizio idrico su 27 dei 43 comuni dell’intera provincia agrigentina. Parliamo di Girgenti Acque, società al centro di un turbinio di polemiche e proteste da parte dei cittadini che lamentano tariffe sproporzionate rispetto ad un servizio ancora poco ottimale.

Nell’inchiesta portata avanti da “La Repubblica” infatti si evidenzia come ancora oggi molti sono i cittadini agrigentini che preferiscono servirsi delle cosiddette “bonze” fornite abusivamente da improvvisati commercianti d’acqua che per 140 – 160 euro riempiono le cisterne di case, villette e condomini.
Una situazione non certo sconosciuta all’ente gestore che si limita a giustificare tanto odio nei suoi confronti affermando che “prima di loro nessuno pagava”.

Ma a parlare di Girgenti Acque è anche il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che solo qualche mese addietro, in una audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, definì un “assumificio” la stessa Girgenti Acque che pare avere in organico ben 330 dipendenti. Indagine portata aventi anche dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Matteo Mangiacavallo, che ha voluto conoscere i nominativi dei dipendenti della società per svelare i rapporti con la politica; richiesta che Girgenti Acque ha più volte negato perché, secondo l’ente gestore, “i criteri di assunzione ed i nomi degli assunti, secondo la Girgenti acque, devono rimanere un ‘segreto’”.

Un segreto anche quanto riferito da Fonzo sulla possibilità di Girgenti di continuare a gestire un servizio pubblico da parte del suo legale rappresentante, ovvero Marco Campione, già condannato in via definitiva per reati di falso e truffa.
Di sicuro è certo che anche l’acqua ad Agrigento sembra non trovare pace.

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