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Agrigento, l’ex Sindaco Firetto: “Statuto della Fondazione per Capitale Italiana della Cultura 2025? Un vero pasticcio”

“Statuto della Fondazione per Capitale Italiana della Cultura 2025? Un vero pasticcio”. Ad affermarlo è l’ex Sindaco di Agrigento e attuale consigliere comunale della città dei templi, Lillo Firetto.

“Intanto, la Fondazione è fondata dai Comuni di Agrigento e di Lampedusa, dal consorzio universitario ECUA e dall’associazione Meno? Beh, nel leggere lo Statuto scaturisce spontanea la battuta: piuttosto, abbiamo davanti la fondazione Comuni Meno Ecua.. del previsto.
Punto 1. Tra i soci fondatori della Fondazione figura l’associazione Meno che, a suo tempo, ha avuto incarico dal Comune di Agrigento di redigere il dossier di candidatura non a titolo gratuito ma per un importo di 40 Mila euro: una blindatura “perdiamo o vinciamo” non da poco. In realtà dallo Statuto si apprende che non solo l’associazione è stata incaricata di redigere il dossier ma, una volta ottenuto il buon esito per cui comunque si era blindata, ha perfino acquisito il titolo di entrare con pari diritti del Comune di Agrigento nella Fondazione. Ora, poiché si tratta di incarico professionale, la posizione desta qualche dubbio. Pensiamo, per esempio, al progettista di un’opera pubblica che per questa ragione si arroghi il diritto di poter partecipare alla realizzazione dell’opera stessa con pari diritti dell’ente che gli ha commissionato l’incarico. Sappiamo, invece, che il progettista non acquisisce alcun diritto e titolo sull’opera pubblica. È stato incaricato, ha espletato il suo lavoro, è stato pagato, fine del rapporto. E siccome nel caso della Fondazione in questione è di enti pubblici che stiamo parlando e di fondi del Ministero della Cultura , il paragone è più che calzante.
Punto 2. Dall’Articolo 8 dello Statuto si apprende che i soci fondatori potranno ricevere incarichi dalla Fondazione per la realizzazione di specifiche attività. Tale assunto è un “non senso” per i comuni di Agrigento e di Lampedusa e per l’Ecua perché hanno il titolo per svolgere attività inerenti il proprio programma di sviluppo senza bisogno che ciò venga autorizzato dalla Fondazione: se serve, per esempio, nella realizzazione di servizi per l’anno di Capitale italiana della Cultura il completamento di un parcheggio, il Comune di Agrigento non ha bisogno di ottenere l”autorizzazione dalla Fondazione per svolgere attività propria, che è nelle sue dirette funzioni. Così vale per tutte le opere inserite dal Comune nel dossier. Pertanto è abbastanza chiaro che questa precisazione valga solo a giustificare attività conferite all’associazione Meno: incarichi per progettare, realizzare, per fare praticamente tutto.
Punto 3. Sempre all’articolo 8, i progettisti si incaricano del coordinamento del programma culturale (ruolo 1), del Project management (ruolo 2), dell’ executive management (ruolo 3), mentre in un’altra parte dello Statuto l’associazione Meno si assicura il posto del direttore generale (ruolo 4). 4 ruoli. Che il dossier sia stato firmato esattamente da 4 persone dell’ Associazione Meno ci auguriamo sia solo una coincidenza, altrimenti l’abito sarebbe cucito in modo perfetto.
Punto 4. Letteralmente si legge nello statuto che “il project manager e l’ executive manager sono individuati nelle persone che hanno collaborato attivamente per conto dell’associazione Meno nella stesura del dossier di candidatura con i medesimi compiti”. Quindi, con la massima esplicitazione si conferma che i soci di Meno, che, lo ricordiamo, non si erano esposti a rischi ed erano stati anzitempo pagati, gestiranno come progettisti e manager la realizzazione dell’opera: una condizione ad excludendum alquanto discutibile, considerato che si parla di cosa pubblica, e certi incarichi dovrebbero essere assegnati con evidenza pubblica.
Punto 5. Il sindaco nomina cinque componenti del CDA, l’Ecua 1, il Comune di Lampedusa 1, il Parco archeologico della Valle dei Templi 1, l’assemblea di partecipazione dei soci 1 (rimane solo da esprimere un componente dell’assemblea di partecipazione). Sorgono diversi interrogativi: perché 5 componenti su 9 sono nominati dal Comune di Agrigento che avrà la maggioranza assoluta (ma senza il sindaco, come vedremo dopo)? Quali saranno i criteri che verranno adottati per la nomina dei consiglieri in una Fondazione di tale importanza?
Saranno esperti culturali, saranno persone di alto prestigio nazionale e internazionale? Saranno persone che si distinguono per la loro probità, sensibilità, attenzione ai problemi culturali e ambientali del territorio? Dovranno dimostrare di non essere in condizione di ineleggibilità? O saranno solo nomine politiche? Il rischio rimane altissimo, considerato che non vengono esplicitati i criteri di selezione, come avviene in altri statuti di fondazioni di partecipazione.
Punto 6. Fa sorgere molti interrogativi anche un altro fatto estremamente singolare: cioè il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, per statuto non è il presidente della fondazione, né è il presidente del Consiglio di amministrazione, ma è relegato a un ruolo secondario di presidente onorario, senza alcun potere. Si legge’ “.. ha mandato prettamente onorifico e non rappresenta la Fondazione”(articolo 12). Quindi qualcuno dovrebbe spiegare perché il sindaco di Agrigento, che è il titolare di questo prestigioso riconoscimento, come conclamato dal Ministro della Cultura, sia stato esautorato dai poteri e relegato a una non funzione, mentre qualcun altro, al suo posto, avrà pieni poteri di presidente. Che figura ci fa il sindaco della nostra città Franco Micciché di fronte all’Italia nel vedersi certificare da uno statuto il suo accantonamento palese? Altri si occuperanno di Agrigento Capitale italiana della Cultura, ma non il sindaco, ridotto al ruolo di mera comparsa.
Punto 7. Con apposita delibera di Giunta, nel partecipare a Capitale italiana della Cultura 2025, il Comune di Agrigento nominava il direttore generale della futura Fondazione esplicitamente nella persona di Roberto Albergoni, componente apicale dell’Associazione Meno e progettista del dossier di candidatura. Una Giunta può nominare un direttore generale di una Fondazione che non esiste ancora? Che valore ha questa delibera? Nessuna, anche perché non c’è alcuna previsione di spesa. Valore Zero. Nonostante ciò, viene indicata nel dossier questa delibera con il nominativo, e lo Statuto riprende espressamente la stessa delibera senza che avvenga una nomina dei soci fondatori. Conferma questo incarico in barba a tutte le dichiarazioni di trasparenza e di sostenibilità, alle norme sugli incarichi pubblici, alle regole di concorrenza e al rispetto degli altri soci.
Punto 8. Che dire dei fondi della tassa di soggiorno destinati a Capitale Cultura 2025? Ne riparleremo, così come interverremo sull’intera macchina organizzativa e sulla programmazione amministrativa del Comune di Agrigento ancora ferme al palo”, conclude Firetto.

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