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Licata, blitz antimafia “Assedio”: confermati sei arresti

Confermata dai giudici del Tribunale del Riesame di Palermo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del presunto capomafia di Licata, Angelo Occhipinti, finito nei guai dopo l’operazione denominata “Assedio”.

Il blitz condotto dai militari dell’Arma dei Carabinieri e le cui indagini iniziarono nell’ottobre del 2017, aveva già portato lo scorso 19 giugno all’esecuzione di 7 fermi di indiziati di delitto. L’inchiesta era stata svolta con le più sofisticate tecnologie di intercettazione telefonica ed ambientale, con sistemi di localizzazione satellitare e, soprattutto, con una instancabile attività di indagine vecchio stile, fatta di pedinamenti e servizi di osservazione. Le telecamere dei Carabinieri avevano registrato numerosi incontri e riunioni segrete, evidenziando la completa ed attuale interconnessione tra tutti gli appartenenti al sodalizio, nonché il legame a doppio filo con un rappresentante della famiglia mafiosa di Campobello di Licata.

Secondo l’accusa, Occhipinti sarebbe il “promotore e organizzatore della famiglia mafiosa di Licata, per essersi occupato di garantire il costante coordinamento con gli altri associati, organizzando e partecipando a incontri e riunioni riservate con altri membri dell’organizzazione mafiosa finalizzati alla trattazione e alla risoluzione delle vicende di interesse mafioso e per avere gestito le principali dinamiche funzionali al controllo illecito del territorio quali: la riscossione delle cosiddette ‘messe a posto’, il controllo delle attività produttive, la composizione di contrasti tra privati facendo leva sulle capacità di intimidazione derivanti dall’appartenenza al sodalizio mafioso, con ruolo apicale”. Contesta anche l’aggravante: “per avere commesso il fatto mentre si trovava sottoposto alla sorveglianza speciale ed in ogni caso nei 3 anni successivi da quando ne era cessata l’esecuzione”.

I giudici del Riesame nelle ultime ore hanno rigettato la richiesta di scarcerazione, confermando altresì il provvedimento restrittivo nei confronti di Raimondo Semprevivo, accusato di estorsione aggravata, e per quattro presunti affiliati, Vincenzo Bellavia, 34 anni; Gabriele Spiteri, 45 anni e il fratello Vincenzo, 51 anni; tutti di Licata nonchè Giuseppe Puleri, 39 anni, di Campobello di Licata.

Nei giorni scorsi, come si ricorderà, anche l’arresto dell’ex consigliere comunale Giuseppe Scozzari, finito ai domiciliari, era stato confermato.

Ad essere scarcerato era stato solo Giuseppe Salvatore Spiteri.

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