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Licata, “Pizzo” ai dipendenti. Cisl e Cgil Agrigento contro le estorsioni sul lavoro

maurizio saiaLa Cisl agrigentina esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla Guardia di Finanza, che ha fatto emergere come nella nostra provincia ancora oggi si utilizzi la crisi occupazionale per schiavizzare i lavoratori e per realizzare profitti illeciti.

“La presunta estorsione perpetrata a danno di alcuni lavoratori di cooperative a Licata non è che la punta dell’iceberg e conferma come la nostra società è malata.
Le cooperative sociali rappresentano un’importante realtà nel nostro territorio sia sotto il profilo occupazionale che dell’erogazione di servizi, infatti si confermano fondamentali nell’erogazione dei servizi di welfare nei servizi alla persona: infanzia, minori, anziani, inserimento lavorativo, disabili e persone svantaggiate”.

“Le finalità nobili delle cooperative sociali – sottolinea il segretario provinciale della Cisl, Maurizio Saia (in foto) – contrastano troppo spesso con le irregolarità che ricadono sui lavoratori, spesso anche soci di cooperativa fittizi,sottopagati non regolarizzati.
Basta analizzare il dato emerso nel primo trimestre 2016 nel territorio nazionale a seguito di controlli da parte del Ministero del Lavoro, più del 50% delle cooperative ispezionate sono risultate irregolari, circa 500 su 900. E’ risultato che 3.700 lavoratori non erano in regola, perché non venivano applicati correttamente i Ccnl e circa il 10% lavoravano in nero, alimentando conseguentemente evasione fiscale e concorrenza sleale”.

“Nella provincia di Agrigento, sono numerosi i contenziosi tra lavoratori e cooperative per le motivazioni appena citate.
L’eseguità delle risorse a disposizione degli enti committenti e, in alcuni casi, gli eccessi di ribasso nelle gare di appalto, offrono opportunità di penetrazione nel territorio provinciale di realtà imprenditoriali, che operano a discapito della qualità, dei trattamenti normativi, retributivi e previdenziali dei lavoratori e creano situazioni di concorrenza sleale nella competizione con cooperative rispettose della legge”.

“Chiediamo pertanto – conclude Saia – l’istituzione di un Osservatorio Provinciale per la Cooperazione, presso la Direzione Territoriale del Lavoro, che veda insieme l’Inps, l’Inail, le associazione datoriali del mondo Cooperativo e le Organizzazioni Sindacali, per prevenire fenomeni come quelli accaduti a Licata a danno dei lavoratori e che danneggiano l’economia del territorio.

massimo_rasoAnche la Cgil, tramite il segretario provinciale Massimo Raso, esprime apprezzamento per l’attività di contrasto al fenomeno delle estorsioni sul lavoro.

“Leggiamo con soddisfazione dell’operazione contro l’estorsione a danno dei dipendenti di due Cooperative Sociali a Licata ed esprimiamo il nostro plauso per l’attività investigativa condotta dalla Magistratura, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Non è la prima volte che segnali di questo tipo arrivano dal mondo della cooperazione sociale, anche se il fenomeno è, in realtà, assai più generalizzato e sempre più lavoratori sono costretti ad accettare, nel migliore dei casi, che la busta paga sia solo virtuale mentre ben altra cosa è la paga reale”.

“In questi posti di lavoro – aggiunge Raso – non è presente il Sindacato ed i Lavoratori vengono invitati apertamente a non iscriversi alle Organizzazioni Sindacali.
Ci imbattiamo di fronte a questi scenari spesso solo quando il rapporto di lavoro finisce ed il Lavoratore si reca nei nostri Uffici per fare una “vertenza di lavoro”.
Ci auguriamo che il mondo della Cooperazione, quella vera che crede nei valori autentici della Cooperazione, esca allo scoperto e dica forte e chiaro che non ha nulla a che spartire con questi metodi e si costituisca “parte civile” nei procedimenti”.

“Ai lavoratori, a quanti vivono questa condizione di sottomissione, speriamo che notizie di questo tipo possano aiutarli a trovare il coraggio della denuncia e di rivolgersi con fiducia nelle organizzazioni sindacali.
Le condizioni di difficoltà e di crisi che pure attanagliano il mondo delle Cooperative Sociali (che percepiscono con enormi ritardi dalla P.A. quanto loro dovuto) e dell’Economia, non si risolve scaricandone il peso sui soggetti più deboli, ma costruendo insieme le condizioni di legalità e di rispetto delle regole contrattuali”, conclude Raso.

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