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Licenziamenti Girgenti Acque, i sindacati: “come al solito pagano cittadini e lavoratori”

“A seguito della conclusione della procedura di licenziamento collettivo con esito negativo presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro che dopo la prima riunione del 16 luglio 2018 era stata aggiornata su richiesta delle OO.SS. in data 30 luglio 2018 alla presenza del funzionario rappresentante dell’ATI e del funzionario rappresentate dell’INPS, al fine di trovare misure alternative ai licenziamenti, l’Azienda in data odierna, dimostrando ancora una volta la mancanza di totale tatto, consegna i licenziamenti ai lavoratori interessati senza alcun preavviso, che dovrà essere indennizzato, invitando i destinatari del provvedimento ad accomodarsi fuori dall’ufficio o dall’impianto presso cui i lavoratori stavano prestando la propria attività lavorativa”.

Lo affermano in una nota congiunta i segretari provinciali di FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL, rispettivamente, Gangemi, Piranio e Manganella insieme ai rappresentanti di FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL Cipolla, Sessa e Sammartino.

“Le OO.SS. come già verbalizzato nei diversi incontri in sede aziendale prima e nella sede istituzionale del Centro Per l’Impiego dopo, esprimono dissenso ai licenziamenti messi in atto dall’Azienda perché in netto contrasto con la reale situazione della stessa ha sempre asserito che i licenziamenti erano dettati da motivi economici in quanto non ci sono esuberi di personale, come dichiarato dalla stessa nelle informative ai sindacati, i lavoratori vantano un residuo di ferie e permessi non goduti di circa 9000 giorni del personale Girgeti Acque S.p.A. e di circa 7000 giorni per il personale della controllata Hydortecne s.r.l. per non parlare del continuo ricorso ad ore di lavoro straordinario che superano il 50% delle ore lavorate.
Ci sono, chiaramente, grosse responsabilità sulla cattiva gestione del servizio Idrico Integrato da parte dell’Azienda ma anche delle istituzioni titolate al controllo, indirizzo e programmazione del sistema acque: governo regionale, amministrazione comunale e assemblea territoriale idrica per non aver provveduto al rifacimento delle reti che perdono il 50% del prezioso liquido e degli impianti di depurazione, di cui buona parte sono sotto sequestro perché non funzionati”.

“Inoltre, si è mantenuta la illegalità, permettendo ai comuni di non conferire reti e impianti, che la gestione solidale del servizio idrico integrato impone.
Occorrerebbe fare eseguire tutti i lavori necessari a portare soluzioni definitive a rete e impianti, spendendo le somme disponibili e non utilizzate che lasciano la provincia con le infrastrutture idriche obsolete e inadeguate.
Tutto ciò darebbe un notevole impulso all’economia di questa disastrata provincia in termini di adeguamento del servizio idrico agli standard europei e contribuirebbe a dare risposte occupazionali di cui abbiamo estremo bisogno.
Il licenziamento dei lavoratori, indispensabili per il corretto funzionamento del Servizio Idrico Integrato, creerà un ulteriore peggioramento del già lacunoso servizio, con aggravio dei costi che già i licenziamenti porteranno per i contributi che l’Azienda dovrà versare all’INPS e per le spese legali che dovrà affrontare a seguito delle impugnative che i lavoratori licenziati intraprenderanno; aumenteranno inevitabilmente i carichi di lavoro per i lavoratori rimanenti in servizio”.

“Le OO.SS. invitando le Aziende a recedere dai provvedimenti di licenziamento collettivo, dichiarano lo stato di agitazione del personale”, concludono i Sindacati.

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