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Regioni ed Enti Locali

Nuovo CdA al Parco Archeologico, rivoluzionato il “ruolo” del Sindaco: è scontro aperto

firettoUn’offesa della grande missione culturale del Parco e un sopruso intollerabile verso la città di Agrigento: questo il giudizio che si può dare sulla nomina fatta in extremis dal governo regionale del nuovo consiglio di amministrazione del Parco archeologico e paesaggistico di Agrigento“.

Così in Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto (in foto), dopo la nomina del nuovo CdA del Parco Archeologico “Valle dei Templi” di Agrigento. Una nomina che nei fatti ha “rivoluzionato” il “peso” del Sindaco della città dei Templi all’interno dell’ente regionale.

Il Parco – continua il primo cittadino di Agrigento – viene ridotto ad una propaggine periferica dell’assessorato regionale e la missione scientifica umiliata da logiche di controllo e di appartenenza.
Aldilà dei nomi e dei relativi profili professionali, quello che disarma è che si arrivi alla nomina senza mai avere espresso una sola idea sulla missione di una istituzione culturale fondamentale come il Parco di Agrigento, interpretando il suo vertice come una semplice postazione da occupare nel nome di un antico e ammuffito gioco tribale, mortificando anche le professionalità interne e le aspettative della comunità scientifica internazionale.
E sarà questo vertice a decidere come tutelare e valorizzare un patrimonio dell’umanità, a indicare le linee della ricerca scientifica, a organizzare la fruizione, a determinare il delicato rapporto tra comunità locale e parco.
E poi il declassamento del ruolo del sindaco: presente nel consiglio di amministrazione, ma solo a fini consultivi, come se non si dovesse dare per scontato che un parco debba necessariamente rapportarsi col sindaco del territorio in cui insiste. Ma per questo fine non è necessario metterlo nel consiglio di amministrazione del Parco. Se invece ve lo inserisci è perché pensi che possa esprimere con efficacia le istanze della comunità dentro le concrete scelte di indirizzo culturale e amministrativo del Parco e allora gli riconosci, come era in passato, il diritto pieno di voto. Insomma un vero pasticcio. Verificherò tutte le strade possibili per fare annullare un decreto sbagliato e credo illegittimo“, conclude Firetto.

Sulla stessa lunghezza, il presidente e direttore Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna e Claudia Casa, che affermano: “Condividiamo in pieno la presa di posizione nettamente critica assunta dal Sindaco di Agrigento in merito alla nomina, dopo sette anni, del nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi: nonostante l’abito giuridico sia formalmente diverso nella sostanza il prodotto venuto fuori non cambia e sotto il “vestito” del nuovo organismo si confermano come predominanti sia la trama tutta politica di questo ultimo settennato che i giochi di potere messi in atto per tesserla.
La costituzione del Consiglio del Parco, come previsto dalla Legge 20/2000, rispondeva al principio che esso dovesse essere il luogo di confronto fra gli attori locali e di definizione della strategia di governo del Parco, a partire dalla sintesi fra una serie di istanze fra loro eterogenee, da mettere in sintonia e sinergia. In funzione di questa esigenza il Consiglio doveva assicurare governo, competenza e rappresentatività. Queste tre condizioni erano assicurate dalla presenza di esperti nelle diverse discipline coinvolte nel governo del patrimonio del Parco (archeologia, paesaggio, geologia, economia, agronomia), dalla presenza dei dirigenti regionali (il presidente e il direttore del parco, nonché il soprintendente), dalla presenza dei rappresentanti degli enti locali (sindaco, presidente camera di commercio, presidente della provincia). Questa composita costituzione ha assicurato l’equilibrio fra istanze di governo, tutela, valorizzazione e rappresentatività democratica ed ha permesso al Parco di integrarsi nella città. Non è un caso che oggi il Parco riceva un Premio nazionale del Paesaggio che è riconoscimento per l’intera comunità.
Con la nuova normativa è evidente che tutto questo viene meno: in seno al Consiglio del Parco non c’è più rappresentanza interdisciplinare e non c’è sostanzialmente più rappresentanza democratica. Un Consiglio siffatto sarà inevitabilmente privo di quel riconoscimento e di quella legittimità condivisa che si richiede nella governance di una istituzione così importante e strategica per il territorio“.

Sul “caso” interviene anche il presidente provinciale di Confcommercio, Francesco Picarella: “Le nomine del nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico della nostra città ci lasciano basiti. Non si riesce a credere all’operato del Governo regionale, che ancora una volta agisce in modo del tutto arbitrario“. 

L’articolo 8 della legge regionale 20 del 2000 – aggiunge Picarella – definisce nei dettagli la composizione del Consiglio del Parco Archeologico agrigentino. La decisione quindi di escludere il Sindaco di Agrigento e il rappresentante delle imprese all’interno della Camera di Commercio, come recita la legge in questione, può essere definita soltanto un sopruso. Il Governo regionale pensa di poter trattare la Regione e i suoi beni in assoluto totalitarismo non tenendo il considerazione gli attori del territorio“.

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