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Cronaca

Porto Empedocle, concessi i domiciliari a Salvatore Gangarossa

gangarossa-salvatoreStamani presso l’aula 10 del Tribunale di Agrigento, si è tenuto il “giudizio direttissimo” nei confronti di Salvatore Gangarossa, di anni 44, pregiudicato di Porto Empedocle.

Danneggiamento aggravato di beni della Polizia di Stato, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, detenzione ingiustificata di oggetto atto a offendere sono le accuse con le quali l’empedoclino è stato tratto in arresto dalla Polizia del Commissariato marinaro. Tra gli altri, sarebbe stato oggetto di pesanti minacce anche il Dott. Cesare Castelli, vice Questore aggiunto e dirigente del locale Commissariato marinaro. Inoltre, nel corso di un’accurata perquisizione personale, sarebbe stato rinvenuto dagli operatori della Polizia un coltellino a serramanico all’interno della scarpa destra dell’arrestato.
In realtà, gli agenti, due giorni prima, avevano condotto il Gangarossa presso i loro uffici al fine di eseguire un’ordinanza del Gip di Agrigento che disponeva l’aggravamento della misura cautelare a cui era sottoposto (divieto di dimora a Porto Empedocle per aver presumibilmente posto in essere alcuni atti di maltrattamento in famiglia), con la misura della custodia cautelare in carcere.
L’arrestato, ha forse ritenuto inatteso, ingiusto e immeritato tale aggravamento e, preso da preoccupazione per i pesanti problemi economici in cui versa il suo nucleo familiare (ha “sulle spalle” una moglie e cinque figli di 20, 17, 8, 3 anni, più una bimba di soli 30 giorni di vita), in quanto egli è completamente disoccupato e sbarca il lunario, quando e come può, vendendo frutta e verdura da ambulante, sarebbe andato in escandescenze, danneggiando con calci e pugni l’automobile di servizio della Polizia intervenuta e imprecando improperi in preda ad uno stato d’incontenibile ira. Ira originata probabilmente anche dal fatto che, nelle settimane precedenti, le forze dell’ordine, durante alcuni controlli di routine, gli avevano sequestrato una vecchia “motoape”, unico mezzo che gli consentiva di andare a rifornirsi di merce ortofrutticola allo “scaro” di Villaggio Mosè. Problemi su problemi, quindi, e disperazione sommata ad altra disperazione.
Un dramma sociale generato da un mix esplosivo di povertà e ignoranza, maturato in un ambiente degradato e poverissimo dove si sopravvive a grande fatica tra stenti e sacrifici per tirare a campare alla meno peggio.
Il PM di turno ha richiesto la convalida dell’arresto con la misura della detenzione carceraria, data la presunta aggressività e la pericolosità sociale del soggetto. L’avvocato Marco Padùla (difensore di fiducia insieme all’avvocato Daniele Re) ha rappresentato la situazione di pesante prostrazione psicologica in cui versa il Gangarossa ed ha posto l’accento sulle gravissime difficoltà economiche in cui si trova costretta a sopravvivere la sua numerosa famiglia. Il Giudice Rossana Croce, dopo un’attenta valutazione dei fatti e delle circostanze, ha convalidato l’arresto, eseguito nel rispetto dei requisiti di legge, e, accogliendo la tesi difensiva esposta dall’avv. Padùla, ha disposto per il Gangarossa la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, escludendone di fatto la detenzione carceraria. Il difensore ha chiesto anche l’applicazione del rito abbreviato ed un termine a difesa. Il processo relativo ai fatti contestati si celebrerà a partire dall’udienza del 15 febbraio 2016.

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