Il pm di Agrigento Chiara Bisso ha chiesto al termine della requisitoria tredici anni di reclusione e novanta mila euro di multa per un 46enne di Licata accusato di avere organizzato un giro di prostituzione in un locale notturno.
Dopo circa dodici anni dall’operazione “Dolce Vita” su un presunto giro di squillo provenienti dalla Romania e fatte prostituire nell’omonimo locale nella zona industriale, c’è stato un ennesimo rinvio all’udienza preliminare per un impedimento di uno dei difensori.
Sono tre gli arresti effettuati dai poliziotti del Commissariato di Polizia di Palma di Montechiaro nell’abito di un blitz contro lo sfruttamento della prostituzione.
Ancora un rinvio, per un problema di notifiche, nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta sul presunto giro di prostituzione in un locale della zona industriale ad Agrigento.
Assolta dai giudici del Tribunale di Agrigento una giovane madre empedoclina accusata di avere indotto alla prostituzione la figlia con prestazione che andavano dai 30 ai 50 euro.
Riprenderà il prossimo 11 luglio l’udienza preliminare dopo il rinvio disposto nell’ambito dell’inchiesta scaturita dal presunto giro di prostituzione nel locale “Dolce Vita” nella zona industriale di Agrigento.
Nel corso dell’ultima udienza davanti ai giudici del Tribunale di Agrigento una giovane donna di Porto Empedocle avrebbe negato la circostanza di essere stata indotta dalla madre a prostituirsi.
Una bambina prostituta. A 13 anni. Faceva sesso con uomini di tutte le età da 30 a 90 anni. Il tutto organizzato dalla madre, in cambio di sigarette, cibo, una doccia, piccoli regali.
Rinviati a giudizio i tre agrigentini accusati di avere organizzato, nei minimi particolari, delle vere e proprie case di appuntamento in pieno centro ad Agrigento.
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