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Regioni ed Enti Locali

Uil Agrigento: il 2018 un anno difficile per la nostra provincia

La Uil di Agrigento fa una analisi della situazione della nostra provincia dopo un anno duro che ha segnato ancora negativamente l’andamento socio-economico del territorio, visto che il problema ripresa del Mezzogiorno, della Sicilia e di Agrigento ancora non ha dato segnali tangibili di ripresa o un nuovo viatico che fa ben sperare.

“Non vogliamo essere per forza negativi ma non possiamo nascondere che i risultati nella nostra provincia nell’ultimo anno, dopo che si è insediato un nuovo governo regionale e nazionale, ancora non ha portato quella linfa e quella forza di buon governo dopo anni e anni di crisi.

I pensionati, i giovani, i precari, gli inoccupati e i disoccupati si aspettavano azioni di governo incisive per bloccare un’emorragia inarrestabile quale l’emigrazione degli ultimi anni e aprire un varco a chi non ha tutele e chance occupazionali oppure chi aspetta ancora le briciole con occasioni come i tirocini che spesso e volentieri tardano a partire per ritardi burocratici come l’Avviso 20 che rischia di atterrare una platea vasta di cittadini siciliani che inseguono anche i piccoli lavoretti del momento.

Abbiamo finalmente una finanziaria nazionale che a oggi è un rebus tutto da scoprire, ci sono tanti provvedimenti che devono essere portati a termine in primis quota 100 e reddito di cittadinanza con decreti ad hoc, ma ancora non sono chiare le coperture e lo starter.

Di questa manovra espansiva che ha visto parecchi cambiamenti prima dell’ultimo passaggio in terza lettura alla Camera a fine anno, non riusciamo a comprendere bene il rilancio per il sud da dove parte. Tant’è vero che la nostra regione siciliana è avvolta dalle mille emergenze, dai disastri idrogeologici ai terremoti, alla mancanza di una programmazione e di un vero cambio di passo a livello strutturale e infrastrutturale, le opere pubbliche non sono partite e si sono registrati sono crolli di imprese e di lavoratori.

Come del resto ancora non possiamo applaudire questo governo regionale che passa da un annuncio all’altro, dimenticando forse che la maggior parte delle riforme dai rifiuti, alla burocrazia, dall’asset politico-istituzionale non hanno visto i passaggi decisivi in Parlamento per trasformarli in atti concreti.

Ecco perché ci aspettiamo molto di più dal governo nazionale e regionale, se si vuole realizzare veramente un cambiamento ci si deve confrontare con le parti sociali in maniera positiva e scevra da condizionamenti, andare avanti da soli non è salutare per nessuno e finora dalla crisi economica non se n’è usciti anche per mancanza di dialogo e concertazioni con i vari soggetti interessati a una ripresa della Sicilia e del territorio che non possiamo rimanere marginalizzati e fuori da logiche virtuose e di sviluppo che vedano imprese e istituzioni remare assieme per essere appetibili sul mercato.

Ad Agrigento e provincia con un territorio fragile e un’economia complessa, difficile e di poco respiro, gli imprenditori agricoli, turistici, gli esercenti al dettaglio e all’ingrosso sono solo da premiare, viste le difficoltà oggettive a poter continuare a competere con altri paesi dove si è investito nell’innovazione e negli aiuti mirati ad aziende e imprese.

E noi aspettiamo ancora i risultati dei Por 14/20 che trovano ancora lacune nel Psr e nei fondi di investimento per le aziende per riconversioni o start-up che trovano ritardi francamente scandalosi.

Agrigento deve ripartire, c’è molta attesa per il rilancio del Cua con il nuovo anno accademico 2019/2020, noi vogliamo ancora una volta essere positivi ma non ci possono essere ulteriori ritardi,da 5 anni questo avamposto culturale, didattico e accademico aspetta uno slancio per ripartire, vedremo se finalmente Università, Governo e i soci del Consorzio avranno imboccato la strada giusta.

La Uil di Agrigento assicura il suo impegno quotidiano per il territorio e con tutto il gruppo dirigente continuerà a svolgere quell’azione propositiva e propulsiva per essere da sprone a una ripresa del territorio che tutti aspettiamo per cambiare un trend che ha negli ultimi anni portato fame e sottosviluppo in maniera generalizzata”.

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