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Una biblioteca intitolata a Dell’Utri nella Valle dei templi

“La nascita di ogni nuova biblioteca non può che essere motivo di gioia, ancora di più se si tratta di un’offerta culturale privata di libri antichi di pregio da ospitare in uno dei beni da recuperare nella Valle dei Templi.
Ritengo sconcertanti le affermazioni dei giorni scorsi fatte alla stampa da Marcello Dell’Utri, senatore berlusconiano già condannato per concorso esterno alla mafia, ma non sono affatto stupita, pur trovando grossolane e ridicole le sue affermazioni e il parallelismo tra questa operazione e la Biblioteca Lucchesiana.
Quella Biblioteca fu donata da un vescovo illuminato e uomo di cultura vissuto nel ‘700, secolo in cui le raccolte bibliografiche private di lungimiranti e raffinati intellettuali divennero biblioteche pubbliche. Lucchesi Palli non volle costruire un tempio per sé, ma uno spazio di elevazione culturale e sociale e un luogo di studio aperto a tutti. E fu la storia a riconoscergli quel valore e i posteri a volergliela intitolare.
Ritengo corretta la decisione di accogliere questa donazione e di restituirla ai cittadini come patrimonio culturale collettivo, ma bisogna impedire un’operazione finalizzata a costruire un grande mausoleo alla memoria – tra l’altro da vivo – di sé stesso, e a soddisfare la propria egoipertrofia. Sono certa che non si eccederà in “cortesie” non necessarie nei confronti di chi ha ancora un enorme debito con il Paese e che deve tanto alla Sicilia onesta”. Lo dichiara in una nota la deputata del Partito Democratico Giovanna Iacono.

Daniele Gucciardo, presidente del Circolo Rabat, dichiara: “Generalmente le biblioteche si intitolano a personaggi che hanno promosso la crescita culturale di una comunità, di una nazione o perfino dell’umanità, che hanno dimostrato, cioè, di amare ciò che c’è scritto dentro i libri. Dell’Utri non lo ha ancora dimostrato, è solo un bibliofilo: ama libri come oggetti da collezionare in modo feticista e spericolato – tanto che a Napoli non si accorse che i libri da lui acquistati erano stati trafugati dalla biblioteca Girolami. Per dimostrare di aver fatto tesoro dei suoi e di altri libri, Dell’Utri dovrebbe rinnegare la mafia e il fascismo e restituire i libri a Napoli.”

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