Villaggio Mosè, lite con colpo d’arma da fuoco nel piazzale del concessionario: i tre indagati negano le accuse
I tre uomini originari di Palma di Montechiaro indagati dopo la morte di un loro compaesano 38enne avvenuta a seguito di un colpo d’arma da fuoco sparato – per cause ancora in corso di accertamento – nel piazzale di un concessionario di auto al Villaggio Mosè, negano le accuse davanti al Gip del Tribunale di Agrigento.
I tre, come si ricorderà, sono accusati in concorso di omicidio mediante errore, tentato omicidio e porto illegale di arma in luogo pubblico o aperto al pubblico.
In particolare uno dei tre, un 37enne riferisce di non aver preso parte ad alcuna spedizione punitiva “ma solo dato un passaggio” al fratello della vittima, “gli altri due non si trovavano assieme a noi”. “Non ho picchiato nessuno e non ho visto la pistola” afferma davanti al giudice per le indagini preliminari.
All’origine della spedizione punitiva ci sarebbe il mancato pagamento di alcune auto da parte del concessionario alla vittima.
Il Gip dovrà decidere se convalidare il fermo disposto dal pubblico ministero Gaspare Bentivegna. Ai tre viene contestato l’omicidio del 38enne e il tentato omicidio del figlio del titolare della concessionaria dopo che l’arma si sarebbe inizialmente inceppata. Arma che, ancora oggi, non sarebbe stata rinvenuta.
Anche gli altri due indagati hanno poi negato le accuse. L’ipotesi degli investigatori è che il titolare della concessionaria avrebbe spostato la pistola con la mano mentre il 38enne (poi rimasto vittima) provava a sparargli. Sarebbe poi stato un colpo esploso a raggiungere l’addome del 38enne che successivamente è deceduto.
Una dinamica che, però, non convince la difesa dei tre indagati. Infatti, secondo la ricostruzione del fratello della vittima, sarebbe stato il titolare del concessionario ad estrarre la pistola e sparare.
Secondo la ricostruzione dell’altro indagato, che avrebbe provato a rianimare il 38enne, il figlio del concessionario sarebbe giunto con una pala in mano provando a colpirlo in testa. Il giudice deciderà ora se convalidare i fermi.