fbpx
Politica

Agrigento, smaltimento rifiuti: intervento di Marcella Carlisi (M5S)

marcella carlisi“Quanto stiamo spendendo per il contratto con le RTI per lo spazzamento e raccolta rifiuti?”

Interviene così il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Agrigento, Marcella Carlisi (in foto) che aggiunge:

“Per cominciare, invece che rivolgersi alla GESA, la gestione commissariale si rivolse ai privati per la progettazione dei bandi. Spesi circa 28mila euro. C’è ancora un bando da utilizzare, quello creato per seguire l’indicazione “in house,” data dal Consiglio comunale precedente.
Poi ci sono le somme che questa amministrazione ha accantonato, aspettando che le ditte si procurassero i documenti necessari per la partecipazione alla gara: per 15 giorni e poi 5. Il Comune ha messo da parte circa 700mila euro, aspettando le fatture delle ditte relative al periodo.
Ci sono 13 operatori assunti dalle RTI il 22 Luglio e licenziati il giorno dopo.
Il contratto è stato firmato ad Ottobre, quindi l’art 11 del Capitolato non è stato rispettato. Sono passati oltre 100 giorni e i 13 uomini sono ancora fuori dal Comune, sperano di non passare lì il Natale. Potrebbero anche fare causa al Comune, che si è accollato un contratto con chi non ha rispettato il bando in tema assunzioni: altre possibili spese per i cittadini.
Se il capitolato non è stato rispettato perchè non si provvede alla risoluzione del contratto come da art.36 dello stesso Capitolato, intascando la cauzione?
Dopo 6 mesi e il riarredamento della stanza dell’Assessore al Territorio e Ambiente, l’amministrazione si accorge che ad Agrigento non conviene fare la raccolta differenziata. C’erano già arrivati i Consiglieri comunali della scorsa consiliatura.
Perchè non risolvere il contratto e utilizzare i soldi della cauzione per organizzare un sistema di raccolta basato sulla differenziata? La differenziata non può essere un servizio accessorio ma il sistema di smaltimento.
La nostra differenziata non vale niente anche perchè non c’è nessuna informazione su come farla.
Perfino dei cassonetti stradali dedicati e bene evidenziati potrebbero fare al caso nostro, tanto per cominciare, prima di arrivare ad una raccolta porta a porta in tutta la città, dopo un’adeguata informazione/formazione. E invece, per il contratto vigente, solo un quartiere sarà servito con la differenziata. Tutti gli altri dovranno fare, se vogliono, la fila alle 2 isole ecologiche.
I cittadini mi chiedono se i cassonetti blu funzionano ancora. I cassonetti dove depositavo perfino le lattine lavate. Poi veniva una qualsiasi zia Pina e buttava nello stesso cassonetto (anche perchè non bene evidenziato) un sacchetto pieno di lische di pesci. Il tutto si rimescolava nell’autocompattatore e addio qualità della differenziata. Anche per questo non si guadagna ma ci si perde ad Agrigento con la differenziata.
Non sa l’assessore che le balle di materiale differenziato vengono pagate a seconda della qualità? Che il materiale sporco fa abbassare il prezzo che viene pagato dai consorzi? Che quando il materiale torna indietro, chi lo ha spedito deve pagare il trasporto?
La raccolta differenziata ad Agrigento si attesta a circa al 13% contro una media nazionale di circa il 45% con il massimo a Treviso 81,9% (consideriamo che il decreto Ronchi stabiliva per il 1999 l’obiettivo del 15%).
Il 40% dei costi della spazzatura sostenuti in Sicilia sono relativi allo smaltimento in discarica contro il 15,6% della media nazionale. La discarica non può essere il metodo di smaltimento utilizzato per il materiale post consumo. Può essere ancora una risorsa e invece finisce in discarica come pesante eredità da smaltire per le generazioni future.
Ribadisco: la differenziata si deve implementare subito. Il sistema di raccolta deve essere la differenziata, non può essere un servizio aggiuntivo per una parte della città.
Si creano posti di lavoro. Non si paga una TARI più alta per il danno ambientale che si provoca. Gli imprenditori della differenziata investono e creano tantissimi posti di lavoro. Si allontana l’incubo inceneritori e le discariche si esauriscono più lentamente. Con questo ritmo, invece, fra meno di due anni sarà emergenza vera. Dobbiamo fare presto”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.