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Agrigento, viabilità interdetta ai mezzi a due ruote: il Codacons scrive ai vertici del Comune

Lo stato di degrado in cui versano le vie cittadine è sotto gli occhi di tutti, è vero, ma non credo che la soluzione del problema possa essere rinvenuto nella chiusura a tempo indeterminato delle strade maggiormente dissestate, in attesa non si sa di quale evento che possa, miracolosamente, determinare la successiva riapertura“.

Ad intervenire è l’avvocato Pierluigi Cappello, presidente provinciale dell’associazione dei consumatori Codacons di Agrigento che in una PEC inviata al Sindaco di Agrigento, all’assessore comunale alla viabilità ed al Comandante della Polizia Municipale, è intervenuto per conto delle associazioni Mareamico, Movimento Mani Libere Agrigento, Unione Nazionale Consumatori e l’associazione motociclistica Ride Passion, a seguito delle numerose ordinanze di chiusura al transito veicolare dei mezzi a due ruote in alcune vie della città.

Mi rendo conto – scrive l’avvocato Cappello – che sono in gioco responsabilità personali, ma sono altrettanto consapevole che l’esercizio del potere comporta e porta con sé oneri e onori. La scelta adottata costituisce una toppa inadeguata ad un problema stringente. Si sta scaricando sulla popolazione il disagio determinato da anni di cattiva amministrazione“.

Senza voler entrare nello specifico delle responsabilità, oggi si impongono delle scelte che vadano nel senso della tutela del benessere della popolazione cittadina, tutela che non pare essere garantita dal provvedimento adottato. I residenti di alcune zone, penso a via Sturzo, via Campo o via Sirio, in possesso di mezzi a due ruote, si trovano di fronte all’alternativa di non utilizzare il mezzo ovvero di violare sistematicamente la disposizione. Né può farsi affidamento sulla circostanza della non concreta applicazione di sanzioni, scaricando in tal modo eventuali responsabilità per fatti dannosi sull’autore della violazione, in quanto non basta imporre il divieto, per liberarsi da colpe, ma occorre vigilare anche sulla sua effettiva e concreta attuazione. In mancanza, ritengo nessuno verrebbe esonerato da responsabilità“.

Il presidente provinciale del Codacons poi aggiunge: “Penso sia necessario procedere di concerto con le forze sociali, che rappresentano l’utenza, al fine di rinvenire soluzioni meno penalizzanti“.

La proposta dell’associazione dei consumatori potrebbe essere quella di “imporre il limite di velocità di 10-20 km/h nei tratti ammalorati o il posizionamento di bande rumorose o dossi artificiali, che impongano l’effettiva riduzione della velocità. L’amministrazione ha, invece, ritenuto di procedere con una soluzione oltremodo discutibile – si legge sempre nel documento – imponendo un divieto assoluto e non preoccupandosi delle conseguenze, forse confidando, più o meno consapevolmente, sulla non osservanza del divieto, che avrebbe attutito l’impatto del provvedimento, credendo in tal modo di liberarsi da responsabilità“.

Resta – conclude Cappello nella sua PEC – la gravissima responsabilità politica ed amministrativa di non aver saputo governare in maniera idonea il territorio e di non aver saputo dare alla popolazione, residente e non, adeguata soluzione a problemi elementari quali quello della viabilità (che si aggiunge a spazzatura, acqua, inquinamento delle coste e qui mi fermo per non girare il coltello nella piaga). Non mi piace entrare in stucchevoli e strumentali polemiche concernenti indennità di sorta, però è chiaro che se non si trovano pochi spiccioli per coprire alcune buche della strada, non si comprende come si possa continuare a percepire indennità di amministratore senza amministrare fattivamente. Se il ruolo dell’amministrazione si è ridotto all’incasso dei tributi per il pagamento delle spese correnti, tanto vale mettere a capo del comune (di ogni comune perché il problema è di tutti i comuni) un ragioniere dello Stato, che costerebbe meno e renderebbe uguale“.

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