Ospedali siciliani: novità tra accorpamenti e riorganizzazioni
Se non è una rivoluzione poco ci manca. Un decreto che deve essere ancora emanato, ma che nella struttura è già bello e pronto.
Si tratta di sanità, tema sempre di rilievo quando ci si riferisce alla Sicilia; nello specifico, si va a mettere in atto una nuova organizzazione degli ospedali sul territorio, andando al contempo ad accorpare molti servizi, in linea con quanto previsto dalle politiche di tagli agli sprechi della sanità siciliana.
Ovviamente il provvedimento ha fatto piuttosto rumore nell’isola, portando a reazioni da parte di vari organi istituzionali, non ultima quella del presidente della Regione Crocetta.
Il piano di riordino della rete ospedaliera siciliana è stato presentato dall’assessore alla sanità Baldo Gucciardi, e prevede tagli di un certo rilievo, circa 150 accorpamenti; oltre che il declassamento di alcune strutture ospedaliere a presìdi di base.
Quattro le distinte aree nelle quali la Sicilia viene idealmente divisa, ciascuna delle quali avrà ospedali di I livello, di II livello e presìdi di base.
Agrigento è stata inserita nel bacino con Caltanissetta ed Enna; l’ospedale di riferimento di questa area sarà il Cannizzaro di Catania. Mentre il nosocomio agrigentino, San Giovanni di Dio, resterà una struttura di I livello.
L’ospedale di Agrigento tra l’altro è da un paio di anni al centro di lavori di ristrutturazione per la completa messa in sicurezza che hanno riguardato il Pronto Soccorso e il reparto di Medicina nucleare, e che hanno dato vita ad un nuovo reparto di Neurologia.
Gli altri bacini della Sicilia saranno Messina; Catania- Ragusa-Siracusa; Palermo-Trapani. La bozza del decreto presentato dall’assessore alla sanità è successivamente passato all’assemblea regionale per il parare della commissione competente.
Una piccola rivoluzione nel funzionamento della sanità siciliana, già da tempo al centro di scossoni tra ipotesi di commissariamento e richieste di piani di rientro. Una serie di problematiche che hanno ingessato il comparto fungendo da zavorra. La questione della cannabis medica negli ultimi mesi è stata un esempio di questa paralisi: un lungo tira e molla fatto di annunci, sbandierati per mesi, circa la possibilità di poter accedere, anche in Sicilia, a cure con la marijuana e di poter utilizzare prodotti quali l’olio di CBD per finalità terapeutiche; nel concreto è stato difficile metterlo in pratica, dato che la legge non era stata mai resa operativa.
Il progetto di razionalizzazione oggi allo studio prevede la messa in atto di un progetto non da poco. Una modifica strutturale che non dovrebbe mai perdere di vista il proprio obiettivo: migliorare lo stato dei servizi erogati ai cittadini.