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Soldi e cellulari per prestare aiuto a migranti alla deriva: quattro tunisini messi in libertà

Sono stati rimessi in libertà i quattro tunisini – componenti dell’equipaggio di un peschereccio – finiti nei guai con l’accusa di atti di depradazione.

Secondo l’accusa, i quattro, avrebbero preteso soldi e telefoni cellulari per non lasciare morire 40 migranti a bordo di un barchino alla deriva senza motore. Secondo il Gip del Tribunale di Agrigento, i quattro avrebbero compito il reato – poi riqualificato come estorsione – al di fuori delle acque territoriali.

Come si ricorderà, erano stati circa 40 migranti – dopo l’approdo a Lampedusa – a raccontare agli uomini delle Forze dell’Ordine di un motopesca il cui equipaggio avrebbe preteso soldi e cellulari in cambio del loro aiuto.

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