fbpx
Cronaca Regioni ed Enti Locali

L’ex presidente della Provincia condannato per la vicenda “palme”. D’Orsi: “so di non avere fatto nulla. Io ho risanato la Provincia”

d'orsiColpevole di corruzione impropria. Sono state rese note le motivazioni della sentenza di condanna a quattro mesi di reclusione per il già presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugeno D’Orsi (in foto).

La vicenda è quella relativa alle “palme” che, secondo l’accusa, D’Orsi si sarebbe fatto dare da un vivaista in cambio di un appalto consistente nella vendita alla ex provincia Regionale di Agrigento di tutte le essenze del vivaio. Un corrispettivo inquadrato dai giudici come “improprio” e che ha portato alla condanna a quattro mesi.

La “storia”, come si ricorderà, era stata inizialmente ipotizzata dall’accusa come peculato, ma il Tribunale di Agrigento aveva poi restituito le carte in Procura con una ordinanza, ritenendo che il fatto andasse inquadrato come “corruzione per l’esercizio della funzione”.

Dalle motivazioni del verdetto, depositate dal giudice Gianfranca Claudia Infantino, si legge che “D’Orsi si sarebbe contraddetto più volte“. Le dichiarazioni “incriminate” sarebbero quelle rese alla trasmissione televisiva “Le Iene” dove il già presidente della Provincia avrebbe affermato, si legge nelle motivazioni, che “le piante erano uno dono, non del vivaista ma dell’imprenditore Gaspare Chianetta. Nel successivo fuori onda cambia versione e dice di avere dato i soldi a Chianetta per il pagamento ma che l’imprenditore non aveva accettato“.

Una tesi però che sembra, nel rispetto della sentenza emessa, non essere condivisa dallo stesso D’Orsi che ha voluto chiarire alcuni aspetti: “Credo che si sarebbe dovuto tenere conto delle dichiarazioni spontanee; che non il giudice creda o non creda sono fatti soggettivi“. Le dichiarazioni rilasciate alle “Iene”? “Voglio ricordare di non essere fuggito come tanti altri politici hanno fatto. Ho cercato di dare delle risposte, magari a mio danno, ma era per togliermi di dosso la pressione di questi giornalisti che si sa bene essere invadenti ed insinuanti“.

Io – continua D’Orsi – non sono un corrotto e non ho chiesto palme o altro a nessuno“. Il mio dispiacere? “Invece di essere ricordato come il presidente che ha risanato la provincia, mettendo nelle condizioni fino ad oggi ai dipendenti di percepire lo stipendio, cosa che purtroppo non esiste nelle altre provincie, verrò ricordato come colui che ha preso le palme, fatto non assolutamente vero“. “Ricordo di essere stato il presidente che ha tolto sottogoverni, debiti, clientele e desidererei rispetto anche da parte di coloro che pubblicano sui social commenti poco decorosi“.

Credo che in Appello si chiarirà tutto. So di non avere fatto nulla e questi fatti mi toccano solo da un punto di vista morale per quello che continuo a vivere. Anche politicamente sono stato penalizzato e ho motivo di credere che ci sia stata in questi anni la mano di qualcuno che ha voluto farmi fuori dalla politica“.

Con la deposizione delle motivazioni, ora si apriranno i termini per l’appello della difesa.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.