Inchiesta “Alta tensione”: si preannuncia nessun rito alternativo
Dopo il deposito della relazione del perito che ha trascritto le intercettazioni, i legali difensori dei venti imputati finiti nei guai dopo l’operazione dei carabinieri denominata “Alta tensione”, annunciano che non sceglieranno alcun rito alternativo.
Sarà dunque il giudice Francesco Provenzano a decidere se mandare, o meno, a giudizio coloro che sono accusati di un maxi giro di furti di energia elettrica avvenuti nell’agrigentino grazie alla complicità di verificatori Enel corrotti. Sono proprio quest’ultimi i principali imputati accusati di diverse ipotesi di corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio, truffa, furto e omissione di atti di ufficio.
Ai venti imputati, fra commercianti, professionisti, esercenti e privati, sono contestati, a vario titolo le ipotesi di reato di truffa, furto e corruzione.